«Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo e lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni»: è stato lo stesso Sgarbi ad annunciare le sue dimissioni, in occasione di un evento a cui stava partecipando a Milano
«Mi dimetto e lo faccio per voi. Adesso sono solo Sgarbi, non sono più sottosegretario. L’Antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che aveva accolto due lettere anonime, che ha inviato all’Antitrust il ministro della Cultura, in cui c’era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro», ha aggiunto Sgarbi. È il 15 febbraio il termine previsto entro il quale l’Antitrust dovrà pronunciarsi sull’incompatibilità per Sgarbi tra le sue attività extra governo e il ruolo che ricopre al Mic. Secondo quanto si apprende, il procedimento potrebbe essere già stato chiuso e nei primi giorni della prossima settimana, forse lunedì stesso, potrebbero venirne comunicate le conclusioni.
«È un colpo di teatro, sono due ore che medito se farlo o se non farlo», ha commentato dopo aver annunciato le dimissioni da sottosegretario alla Cultura. «La legge consente che io, attraverso il Tar, indichi quelle cose che ho detto», ossia «che non può essere in conflitto di interessi chi non ha un lavoro, chi non fa l’attore, chi non fa il professore, chi è in pensione come professore e come sovrintendente. Io ho fatto occasionalmente conferenze come questa. Questa conferenza – ha spiegato – secondo quello che l’Antitrust mi ha inviato, sarebbe incompatibile, illecita, fuorilegge».
Quindi, «per evitare che tutti voi siate complici di un reato, io parlo da questo momento libero del mio mandato di sottosegretario. Avete comunque un ministro e altri sottosegretari», ha concluso. «Io riparto e da ora in avanti potrò andare in tv e fare conferenze».