“La terra è un bel posto e per essa vale la pena di lottare” – Ernest Hemingway
MACERATA – È un viaggio fotografico nelle terre e nell’anima di Giacomo Leopardi, la mostra “Terre marchigiane” (5 – 27 Agosto), all’interno degli spazi del Museo Ghergo di Montefano, organizzata e curata da Claudia Scipioni, Anna Rosa Garbuglia e Teresa Marasca.
Le immagini, un racconto in bianco e nero, sono di Kostantinos Papaioannou, giornalista e fotografo, mancato pochi mesi fa.
Papaioannou era legato in modo profondo a queste terre e ci ha lasciato un documento forte e in qualche modo scritto in fotogrammi, che nella precisione delle loro sequenze, sono di per sé appunti di pensiero, con forma di racconto, frammenti narrativi silenziosi.

Attraverso le sue fotografie, l’intellettuale artista, o “artigiano della fotografia”, come lui si definiva, ci conduce nelle colline intorno a Montefano e Filottrano fino a Recanati, sul colle che si affaccia verso sud, da cui si domina un bellissimo panorama verso i Monti Sibillini, meglio conosciuto appunto come “il Colle dell’Infinito” che ispirò uno degli idilli più famosi di Leopardi.
“Passeggiare tra queste colline era come percorrere un viaggio nel tempo, che ci fa conoscere meglio noi stessi” – ci ricorda Anna Rosa Garbuglia, moglie del fotografo. “Vedere le immagini di Kostas in bianco e nero dedicate alle terre marchigiane è come fare un viaggio per le strade che percorrono le nostre colline, un viaggio di corpo e di anima” – ha affermato Teresa Marasca, pittrice e docente di Anatomia artistica presso l’accademia di Belle Arti di Macerata. – “Un’ ‘antologia di esistenze’, dove il tempo delle cose vive da la mano al tempo delle cose morte, tutte strappate alla linea armoniosa della natura marchigiana, quasi a riunire in poche inquadrature lampi di passaggi nel mondo, voci che hanno detto di avventure e sventure, di balli e solitudini, di opachi occhi e iridi luminose. Kostas ci restituisce con garbato silenzio squarci del nostro vissuto”.

Le sue fotografie ci parlano di tradizione e modernità, di forza della natura e si intrecciano poeticamente nella sequenza degli scatti selezionati, che ci portano attraverso un viaggio introspettivo, nei luoghi che amava e apre interrogativi sul presente per trasformare un vissuto personale in una memoria collettiva.
Fotografare in bianco e nero è qualcosa di sorprendente, strano e conciso allo stesso tempo, che riesce a restituire una forza che nessun colore può esprimere. É proprio questa qualità astratta che rende queste immagini immortali e senza tempo.
“Fotografare in bianco e nero, il paesaggio urbano e non, è una pratica estremamente affascinante e coinvolgente; il fotografo ha la possibilità di rielaborare la realtà attraverso la fotografia, senza dover fare i conti con la mera riproduzione a cui l’immagine a colori può portare. Nella fotografia in bianco e nero, gli aspetti creativi ed interpretativi, sono esaltati in maniera tale che il fluire dei toni, la demarcazione dei contrasti e la veridicità dei soggetti, si mostrano all’osservatore con ricchezza e forza.


Il bianco e nero, specialmente se fatto in pellicola come in questo caso, non è opera semplice, richiede una grande conoscenza del mezzo fotografico e della tecnica di stampa, affinché il risultato possa essere più vicino possibile all’esigenza del racconto fotografico che si sta realizzando. Fotografare in bianco e nero significa ‘vedere’ in bianco e nero e questo vuol dire, capire prima di scattare l’immagine che vogliamo.
Inoltre in questi scatti si ritrova pienamente quella ricerca di uno stile reportagistico proprio di Konstatinos, che usa la fotografia di paesaggio per raccontare un mondo, che è passato e presente allo stesso tempo, con una natura plasmata dall’uomo, mai presente fisicamente nelle sue immagini, ma ugualmente importante nel rapporto con essa” – ha affermato la fotografa Claudia Scipioni.
Ma il racconto del giornalista e fotografo greco non é solo un reportage. Molto sensibile nello scrutare e cogliere l’istante, spinge l’occhio oltre l’evidenza per penetrare nell’anima del soggetto ritratto.

Con il suo approccio realista e al contempo melanconico, Kostas Papaioannou rende testimonianza di questi luoghi. Le sue stampe in bianco e nero diventano frammenti narrativi, sospesi tra un passato e un futuro imponderabile, tra realtà e immaginazione. Lo scatto fotografico ferma un particolare istante e lo trasforma in segno.
Lo sguardo è posto dinnanzi a una cornice reale o metaforica, che crea il palcoscenico, e invita ad osservare e meditare, leggere ed interpretare. Lo sguardo, perdendosi, scopre per paradosso l’ anima mistica della fotografia, che cerca visioni oltre la realtà. “Guardando le sue foto si percepiscono quei tempi lenti, quelle attese, il perdersi in quei luoghi che ricordano le nostre origini, per poi ritrovarci negli antichi casali in pietra, tra i rovi di una scarpata con i piedi nella terra, ad ammirare le maestose Querce, testimoni di una storia che non ha mai fine” – ha osservato Claudia Scipioni.
L’albero solitario, uno dei simboli delle sue foto tra i deserti campi, ci fa pensare alla solitudine ricercata: la ricerca di rimanere soli con se stessi. Cercare la solitudine per trovare pace e tranquillità e poter riflettere in una dimensione positiva che spesso ci manca, una ricerca del silenzio per guardarsi dentro, per cercare di fare luce su di noi.

Kostantino Papaiaonnou amava condividere. Il condividere è stato sempre un imperativo morale. Queste foto sono l’espressione del suo desiderio di condividere l’incanto verso il vissuto di queste terre.
Le immagini esposte sono state immortalate in diversi anni dei suoi soggiorni a Montefano. Era affascinato dalla storia che emanavano questi luoghi. Sempre coltivati, custoditi in ogni stagione dell’anno. Essi rappresentano una mimesis perenne della civiltà contadina che non permette inganno od oblio nella civiltà del presente.
Non si nota un distacco dal piacere dell’abitudine, dalla fatica per conservare l’integrità di un territorio. Ľ intimità raggiunta con questi luoghi lo ha portato ad amarli fino agli ultimi giorni della sua vita .
Vademecum
“Terre marchigiane” di Konstantinos Papaioannou
Dal 05 al 27 Agosto 2023
Museo Ghergo, Piazza Bracaccini – Montefano MC
info: effettoghergo@gmail.com