BOLOGNA – A oltre 50 anni dall’ultima mostra presentata a Bologna dedicata a Giovanni Fattori, Palazzo Fava, il Palazzo delle Esposizioni di Genus Bononiae. Musei nelle città di Bologna, celebra dal 16 dicembre 2022 al 1° maggio 2023 il grande maestro livornese, uno dei pittori più importanti della macchia, “il primo naturalista che abbia dato una singolare fisionomia alla pittura italiana”, con una esposizione di oltre 70 dipinti.

La mostra “Fattori. L’umanità tradotta in pittura”, a cura di Claudia Fulgheri, Elisabetta Matteucci e Francesca Panconi, studiose e profonde conoscitrici della vasta produzione di Fattori, presenta un percorso che segue l’intera evoluzione creativa della pittura dell’artista, soffermandosi in particolare sulla sua capacità di cogliere l’immutabilità del sentimento umano, l’eternità dietro la contingenza.


La rassegna è suddivisa in nuclei tematici: La macchia: nascita di una nuova arte, Il tema militare come documento di storia e vita contemporanea, L’altra faccia dell’anima, Castiglioncello, “remoto e delizioso sito”, L’intima percezione del proprio tempo, La luce del vero, elemento vivificante e Gli animali, creature amiche, potenti e pacifiche. Si parte dalle prime ricerche sulla macchia applicate alla documentazione degli eventi bellici risorgimentali, con capolavori quali Soldati francesi del ’59, in cui le sagome dei soldati sono risolte in pure macchie di colore nel paesaggio, Posta militare al campo e l’inedito In marcia.


Di grande rilevanza sono poi i magistrali ‘ritratti dell’anima’, dipinti tra il 1861 e i primi anni del Novecento, in cui è evidente la sensibilità introspettiva che si combina con il marcato realismo di stampo toscano. Particolarmente attraente la serie di ritratti di amici e parenti che, come testimoni diretti di brani di vita del pittore, rivelano gli aspetti più intimi e lo strato sociale del suo mondo: tra questi I fidanzati del 1861, che restituiscono le fisionomie dei modelli, la cugina Argia Bongiovanni e Valfredo Carducci, fratello di Giosuè. Non meno suggestivi i ritratti degli anni Ottanta e Novanta, tra cui il solenne buttero, Lo scialle rosso, Lupo di mare e Vecchio marinaio. In questi ultimi si abbandona il lessico sobrio ed elegante delle raffigurazioni d’interno, mentre emerge con forza dalla neutralità del fondo l’essenza della personalità del soggetto.


Ci sono poi gli studi di paesaggio dell’aurea stagione di Castiglioncello, documentati in mostra da opere come Mare azzurro, La Punta del Romito e La Punta del Romito con barche e pescatori. Risale alla fine degli anni Ottanta l’incontro con la vitalità primigenia della Maremma, dove il pittore coglie, nella simbiosi tra uomo e animale, la traccia della propria anima insieme schietta e genuina. Un incontro che dà nuovo slancio alla sua creatività, con capolavori quali La mena in Maremma o il lirico Viale con buoi e spaccapietre, presentato alla critica internazionale nella rassegna International Exhibition di Filadelfia del 1876.
Ad accompagnare la mostra, un catalogo edito da Skira Editore con prefazione di Pupi Avati.
Vademecum
“Fattori. L’umanità tradotta in pittura”
A cura di Claudia Fulgheri, Elisabetta Matteucci, Francesca Panconi
Dal 16 dicembre 2022 al 1° maggio 2023
Palazzo Fava – Palazzo delle Esposizioni, Piano Nobile, via Manzoni, 2, Bologna
In collaborazione con: Istituto Matteucci, Skira
Con il patrocinio di: Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Accademia di Belle Arti di Bologna
Sponsor: Alfasigma, Gruppo Hera, Intesa SanPaolo
Sponsor Tecnico: Orpheo