CRETA – Nel corso di uno scavo archeologico condotto dall‘Università Ca’ Foscari di Venezia a Festòs, nell’isola greca di Creta, è stata riportata alla luce l’armatura di un antico guerriero. Lo straordinario reperto, composto da un umbone di scudo e frammenti di elmo e cintura, evidenzia l’importante ruolo che il sito ha giocato nel contesto del mondo egeo.
Lo scavo
Lo scavo, iniziato nel 2022, è stato eseguito sotto la direzione della professoressa Ilaria Caloi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, in regime di concessione della Scuola Archeologica Italiana di Atene, e autorizzato da Vassiliki Sythiakaki, responsabile della 13a Eforia Greca.

Ciò che rende questo ritrovamento ancora più straordinario è la deposizione delle armi all’interno di un pithos, un enorme contenitore da derrate di quasi 120 cm di diametro massimo, nascoste al di sotto di un coperchio in terracotta, a sua volta ricoperto da un grande frammento di vaso con motivi decorativi a forma di brocchette (oinoichoai) e spirali correnti.
È probabile che l’area in cui sono stati fatti i ritrovamenti fosse dedicata al culto, ipotesi suggerita anche dalla deposizione rituale delle parti di panoplia e dalla fisionomia dell’ambiente. Anche gli oggetti ritrovati nelle immediate vicinanze al di fuori del grande pithos portano a corroborare questa ipotesi.
Si tratta di due coltelli in ferro, una serie di vasi per versare (aryballoi) di dimensioni diverse, databili tra l’VIII e il VII secolo a.C., e uno scudo di piccole dimensioni in terracotta, sovradipinto in bianco. Sono oggetti che rimandano al corredo di una tomba di guerriero, ma che, in questo caso, potrebbero rappresentare le offerte votive in un’area santuariale.
Dettagli dell’armatura
L’umbone in bronzo, parte centrale dello scudo, presenta caratteristiche che suggeriscono l’uso di materiale deperibile, verosimilmente cuoio, per il resto dello scudo. L’elmo, sebbene parzialmente conservato, mostra due paragnatidi bronzee, parti che proteggevano le guance del guerriero. Le decorazioni circolari e i forellini per il fissaggio evidenziano l’attenzione al dettaglio nella produzione di quest’armatura.

Interpretazioni e implicazioni storiche
L’ipotesi intrigante avanzata dalla professoressa Caloi è che questa armatura potrebbe essere stata associata a un eroe locale, onorato in un’area di culto o cenotafio, in connessione con la fondazione della polis di Festòs tra l’VIII e il VII secolo a.C. Questo suggerisce un significativo ruolo simbolico e storico per l’armatura e l’individuo a cui potrebbe essere appartenuta.
Confronti con altri reperti
Mentre ritrovamenti di armature simili sono più comuni nelle ricche tombe greche, quelli meglio conservati a Creta provengono principalmente da necropoli come Cnosso, Mouliana e Eleutherna, datate tra il XII e il VII secolo a.C. Tuttavia, i confronti più significativi per le componenti di questa panoplia si trovano al di fuori di Creta, a Tirinto in Argolide e a Kourion-Kaloriziki a Cipro, indicando le ampie relazioni culturali e commerciali di Festòs con il mondo egeo e del Mediterraneo orientale.
Il ritrovamento dell’armatura a Festòs rappresenta, dunque, un tassello cruciale per la comprensione della storia millenaria di questo sito archeologico. La sua deposizione in un contesto non funerario suggerisce un significativo ruolo simbolico o rituale, aprendo nuove vie di ricerca e interpretazione.