BOLOGNA – Riminese, classe 1976, Giulia Marchi propone un lavoro raffinato, essenziale, colto, sia esso realizzato in forma di fotografia che in forma scultorea. Fondamentale per la ricerca di Marchi è sicuramente il percorso di studi letterari che l’ha portata a una espressività che spesso si connota di narrazione. La lettura a volte non risulta così immediata, ma rimanda a successivi accostamenti, codici, che prima ancora di essere decifrati si lasciano interpretare.
Il titolo “La natura dello spazio logico” riprende quello di una serie di lavori presenti in mostra che fa riferimento al filosofo e architetto Ludwig Wittgenstein per il quale il lavoro filosofico, come spesso quello progettuale in senso architettonico, è un lavoro su se stessi e sul proprio punto di vista.
Un’altra serie di lavori, composta da quattro lastre di marmo, dal titolo L’artefice, propone l’esametro virgiliano Ibant obscuri sola sub nocte per umbram, scelto dall’artista nell’errata versione di Jorge Luis Borges: Ibant obscuri sola sub nocte per umbras. Sbaglio voluto dal poeta argentino il quale amava gli errori tanto da considerarli una prova di verità e sicuramente di umanità. Una quinta lastra più grande reca la scritta Null, zero in tedesco, la lingua del filosofo che ha guidato l’intero progetto di lavoro.
Altro momento della mostra è dedicato ai labirinti e alla loro valenza filosofica: a Borges e al suo labirinto costruito sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, al labirinto di Cnosso sull’isola di Creta ed infine al Labirito di Dunure in Scozia. Una riflessione sul concetto di limite, attraverso l’errore, l’umana debolezza, lo spaesamento, il dubbio, l’incapacità di districarsi.
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Vademecum
Labs Contemporary Art
Via Santo Stefano 38, Bologna
Orari
Martedì-venerdì: 15.30-19
Sabato: 9.30-12
Informazioni
Tel. +39 348 9325473 | 051 3512448
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