ROMA – Si terrà dal 10 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018, presso La Galleria Nazionale a Roma, la prima ampia retrospettiva italiana su Konrad Mägi (1878 – 1925), uno dei maggiori artisti del Novecento estone. In attesa della grande mostra l’Ambasciata della Repubblica d’Estonia a Roma, per conto del Museo Estone d’Arte di Tallinn, capitale dell’Estonia, ha lanciato un appello.
Si cercano infatti tra Venezia, Roma e Capri, opere ignorate di Mägi. Sul perché di questa ricerca, è lo stesso Ambasciatore della Repubblica Estone in Italia, Celia Kuningas-Saagpakk, a dare una spiegazione: “Siamo convinti che in qualche casa privata di Capri ci siano ancora opere del nostro artista. Magari ignorate e abbandonate. Il nostro Museo Nazionale sta catalogando tutta l’opera di Mägi ed è perciò interessato a far riemergere questo patrimonio. Le tele ovviamente resteranno nelle mani dei possessori. Ciò che questa ‘caccia al tesoro’ si pone come obiettivo è di poterle conoscere e, se necessitano di cure, poterle restaurare. Il restauro sarà naturalmente a totale carico dell’Estonia che, in cambio, potrebbe chiedere di prestarle alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma per essere inserite nella grande mostra di ottobre.”
Si calcola che Konrad Mägi abbia realizzato in totale circa 400 dipinti, ma ad essere noti sono appena la metà. Da qui l’esigenza di far emergere e documentare i suoi lavori ancora sconosciuti.
A contribuire alla “scomparsa” di molti dipinti sono state anche le vicende storiche dell’Estonia. Negli anni ’20 e ’30, l’arte di Mägi aveva assunto un ruolo di riferimento per la pittura estone. Per questo durante la Seconda Guerra Mondiale, prima i comandi tedeschi e poi le forze di occupazione sovietiche ordinarono la rimozione di ogni sua opera dai musei, avviando una campagna di denigrazione dell’artista e della sua arte.
Sino alla seconda metà degli anni ’50, l’esposizione pubblica e ogni approfondimento sull’arte di Konrad Mägi erano proibite. La messa al bando si stemperò solo alla fine degli anni ’50. Tra il 1921 e il 1922, Mägi venne in Italia, per brevi ma artisticamente intensi soggiorni a Roma, Venezia e Capri.
Nei dipinti “italiani” di Mägi si respira la pace. Sono opere che confermano quanto il pittore scriveva nelle sue lettere agli amici: qui egli era felice, in armonia con il mondo. Non lottava per cercare un mondo parallelo, ma voleva solo trasporre nelle sue tele la bellezza e la serenità di questo mondo, già perfetto.
Tuttavia, anche in questi dipinti, ancora traspare il forse involontario persistere di un “altro livello”: c’è un mistero nelle raffigurazioni di Capri, così come in quelle di Roma e di Venezia. Il mistero traspare nell’atmosfera dominata dal blu scuro, ma anche da tanti piccoli dettagli.
Per il pubblico italiano Mägi sarà una clamorosa scoperta perché questo artista è certamente tra i protagonisti dell’arte europea nel fatidico ventennio intorno alla prima guerra mondiale.
Chi avesse una tela di Magi è invitato a segnalarne la presenza all’Ambasciata Estone a Roma, inviando anche una immagine sull’email embassy.rome@mfa.ee (tel. 06 844 075 10). Gli esperti del Museo di Tallinn studieranno l’immagine e la eventuale documentazione e, se ne riconosceranno la paternità al maestro, provvederanno, se necessario, ad assicurarne la conservazione.