FIRENZE – A partire da maggio riapre a Sesto fiorentino la tomba etrusca della Montagnola, grazie alla sottoscrizione di un accordo di valorizzazione tra la Soprintendenza e il Comune. Sempre a partire da maggio verranno quindi organizzate visite guidate al “Percorso archeologico dello Zambra” che comprende anche la tomba della Mula, l’acquedotto romano e la necropoli di Palastreto.
La struttura della tomba della Montagnola ricorda le grandiose tombe micenee, con la falsa cupola a lastre aggettanti e l’imponente dromos (corridoio d’accesso lungo quattordici metri) che porta alla sala funeraria circolare, del diametro di cinque metri.Sempre sulla riva sinistra dello Zambra, si trova la necropoli di Palastreto, scavata a partire dalla metà degli anni Sessanta. Si tratta della più antica necropoli del territorio fiorentino, con tombe a pozzetto al cui interno erano contenuti ossari e cinerari villanoviani (VIII secolo a.C.). I resti dell’acquedotto romano, in pietrame misto a calcestruzzo, risalgono al II secolo e sono situati sempre sulla riva destra dello Zambra, all’interno dell’area denominata “Parco degli Etruschi”. L’acquedotto era posto a servizio della città di Florentia, verso la quale convogliava le acque provenienti dalla località La Chiusa in Val Marina.
Afferma il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi: “La Montagnola rappresenta un tesoro che vogliamo valorizzare in maniera organica con gli altri monumenti di interesse storico, archeologico e paesaggistico presenti nella stessa area. Con la firma di oggi compiamo un primo passo essenziale verso la creazione di un sistema turistico-culturale che metta la nostra città in connessione con i percorsi esistenti nell’area metropolitana, attirando visitatori e facendo conoscere la bellezza del nostro territorio attraverso il racconto del suo passato”.
Andrea Pessina, soprintendente per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e per le provincie di Prato e Pistoia dichiara: “Sotto l’occhio vigile della Soprintendenza, restituiamo ai sestesi un monumento che è parte della loro identità e questo è un fatto di grande rilievo. Il ruolo della Soprintendenza sarà quello di vigilare e fornire supporto storico e scientifico, soprattutto per quello che riguarderà eventuali operazioni di restauro, come nel caso dell’acquedotto romano”.