UDINE – Una missione archeologica italiana ha scoperto, nel Kurdistan iracheno, a 20 km a sud della città di Duhok, dieci imponenti rilievi rupestri databili a circa 2800 anni fa, raffiguranti il sovrano e i grandi dei d’Assiria.
Si tratta di un eccezionale risultato delle ricerche della missione archeologica dell’Università di Udine e della Direzione delle Antichità di Duhok guidata dal professor Daniele Morandi Bonacossi e dal dottor Hasan Ahmed Qasim in una terra, la Mesopotamia del nord, cruciale per la storia, ma rimasta inesplorata per decenni.
Il progetto è stato sostenuto da Governo Regionale del Kurdistan – Iraq, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Fondazione Friuli, ArcheoCrowd e Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
I risultati di ricerca sono stati presentati a Roma, lunedì 9 dicembre, in una conferenza stampa presso Palazzo Ferraioli, sede di rappresentanza della Regione Friuli Venezia Giulia.
Gli archeologi della missione congiunta italo-curda hanno effettuato la straordinaria scoperta nel sito di Faida ed hanno individuato dieci monumenti di epoca assira (VIII-VII secolo a.C.) scolpiti nella roccia in un antico canale d’irrigazione di quasi 7 km di lunghezza. Il canale di Faida, alimentato da un sistema di risorgenti carsiche, fu fatto probabilmente scavare dal sovrano assiro Sargon (720-705 a.C.) alla base di una collina.
I dieci bassorilievi – si legge in una nota dell’Università friulana – “ritraggono il sovrano assiro (forse lo stesso Sargon) rappresentato due volte, alle estremità di ogni pannello, al cospetto delle statue di sette divinità su dei piedistalli posti sul dorso di animali. Gli animali che portavano le statue delle divinità avanzavano verso destra, nel senso della corrente dell’acqua che anticamente scorreva nel canale. Le figure divine rappresentano il dio Assur, la principale divinità del pantheon assiro, su un dragone e un leone con corna, sua moglie Mullissu, seduta su un elaborato trono sorretto da un leone, il dio della luna, Sin, anch’egli su un leone con corna, il dio della sapienza, Nabu, su un dragone, il dio del sole, Shamash, su un cavallo, il dio della tempesta, Adad, su un leone con corna e un toro, e Ishtar, la dea dell’amore e della guerra su un leone”.
Lungo il canale, il sovrano assiro fece scolpire grandi pannelli di quasi 5 m di larghezza e 2 m di altezza rappresentanti il sovrano assiro ai due lati di una serie di divinità stanti sui loro animali simbolo. Dalla terra che riempiva il canale emergeva solo la parte superiore dei pannelli scolpiti a rilievo, dei quali si intravvedeva la cornice superiore e, in alcuni casi, la sommità delle tiare indossate dalle divinità. Già nel 1972 Julian Reade, un archeologo inglese del British Museum, aveva individuato l’ubicazione di tre bassorilievi sepolti lungo il canale, senza però poterli portare alla luce a causa dell’instabilità politica e militare che contraddistingueva la regione in quegli anni di aspro confronto fra i Peshmerga curdi e l’esercito del regime baathista.
I rilievi rupestri assiri sono monumenti estremamente rari. Gli ultimi rilievi scoperti in Iraq, infatti, furono identificati quasi due secoli fa, nel 1845, dal Console francese a Mosul, Simon Rouet, che scoprì i rilievi di Khinis e Maltai.
A conclusione dei lavori di scavo e restauro – spiega la nota – “sarà creato un parco archeologico dei rilievi assiri di Faida, che consentirà di aprire il canale e i suoi bassorilievi al turismo iracheno e internazionale, permettendo così la più vasta diffusione della loro conoscenza e una loro più adeguata protezione”. Si sta inoltre elaborando il dossier necessario a sostenere la proposta di inserimento di questi straordinari beni culturali nella lista UNESCO del patrimonio dell’umanità.