ROMA – Il ministro dei Beni culturali e del turismo Dario Franceschini ha firmato il decreto di commissariamento per la Fondazione Arena di Verona nominando commissario Carlo Fuortes. Si dovrebbero dunque aprire degli spiragli che scongiurano la liquidazione amministrativa coatta della Fondazione, che sembrava invece essere una possibilità piuttosto realistica, visto il debito con le banche di circa 20milioni di euro. Il commissario dovrebbe anche sbloccare il pagamento degli stipendi di marzo, ad oggi non pagati ai lavoratori.
Fuortes dunque “avrà il mandato di garantire lo svolgimento della stagione estiva dell’Arena, di verificare entro il termine previsto dalla legge del 30 giugno 2016 le condizioni che permetteranno alla Fondazione scaligera di adempiere ai parametri stabiliti dalla legge Bray per accedere al percorso di risanamento o, in caso contrario, di avviare la sua liquidazione”.
Franceschini a tal proposito ha dichiarato: ”Ringrazio il professor Fuortes per aver accettato di affiancare al proprio impegno all’Opera di Roma questo incarico, che verrà peraltro svolto a titolo gratuito e al quale sono certo adempirà con la consueta autorevolezza e efficacia”.
Dal canto suo Fuortes si è detto molto onorato per questo nuovo incarico, nel quale potrà sicuramente mettere a frutto l’esperienza acquisita e maturata nelle Istituzioni Culturali nelle quali ha già lavorato, non ultima l’Opera di Roma. “Resta fermo ovviamente il mio impegno – ha dichiarato Fuortes – che conto di rispettare fino alla scadenza del 2020, al Teatro dell’Opera di Roma, per il quale continuerò a sviluppare il progetto gestionale e artistico che sta già producendo ottimi risultati”. “Nella prima fase della gestione commissariale dell’Arena di Verona, una fase certamente complessa e difficile – ha osservato Fuortes – penso sia meglio da parte mia non rilasciare altre dichiarazioni, fin quando non avrò meglio esaminato e approfondito il quadro della situazione. Credo che la Fondazione Arena di Verona, la cui storia e la cui notorietà, anche all’estero, è indubbiamente un punto di forza dal quale partire, meriti uno sforzo comune e un impegno di tutte le forze culturali, per continuare ad essere un punto di riferimento della lirica e dello spettacolo dal vivo nel nostro Paese”, ha concluso il neo commissario.
Nel frattempo sul fronte sindacale il segretario della Slc Cgil di Verona, Paolo Seghi, alla domanda se intenda sospendere o meno lo sciopero della fame, dopo la notizia del commissariamento della Fondazione Arena di Verona, ha risposto: “Ci sto pensando ma credo di no, è un gesto che vuole accompagnare la trattativa dei lavoratori”. Ricordiamo infatti che Cgil, Cisl e Uil, prima che arrivasse la firma del decreto di commissariamento da parte di Franceschini e la nomina del commissario straordinario, avevano inviato al ministro e al prefetto di Verona una lettera con la quale chiedevano “un ruolo attivo di codesto Ministero e/o dell’autorità prefettizia, al fine di favorire un confronto serio e credibile per scongiurare le intenzioni drammatiche deliberate dal consiglio di indirizzo della Fondazione Arena di Verona in data 8 aprile” scorso. Per scongiurare, cioè, la liquidazione coatta dell’ex ente lirico, richiesta dal sindaco e presidente della fondazione, Flavio Tosi, che mercoledì aveva incontrato a Roma Franceschini.
Seghi ha inoltre aggiunto: ”Spero che il nuovo commissario possa partire dall’ipotesi di accordo che è stata bocciata dal referendum dei lavoratori, ma sul quale i lavoratori stessi hanno un forte ripensamento. Speriamo possa essere una base di partenza. Bisogna che i sindacati riescano a trovare elementi di unità tra i propri iscritti per fare sintesi”, ha concluso il segretario della Slc Cgil di Verona.