FERRARA – ArtU – Festival delle Arti Urbane, organizzato dal Comune di Portomaggiore con la collaborazione della Pro Loco Portomaggiore, si è concluso lo scorso weekend nella località ferrarese. Hanno preso parte a questa seconda edizione oltre 30 artisti che hanno realizzato i loro lavori su 20 muri della cittadina.
La manifestazione, ideata come contaminazione tra arte contemporanea, architettura e arredo cittadino, nasce con l’intento di rigenerare e dare nuova identità a luoghi trascurati o semplicemente dimenticati. Innestando le proprie radici nel territorio, la forma di creatività più democratica e inclusiva permette loro di tornare al centro di un’esperienza visiva.
Questo forte desiderio di connettere e far interagire il tessuto sociale con gli spazi pubblici attraverso l’arte è stato sostenuto da TAG Colors, il nuovo marchio che promette una rivoluzione nel panorama dei graffiti e della Urban art. Si tratta di una produzione tutta italiana creata da artisti e tecnici alla ricerca di una qualità in grado di portare nel mondo dei graffiti sostenibilità e innovazione.
TAG Colors vuole essere un invito a guardare la realtà con occhi diversi: ogni luogo può tingersi di arte all’insegna del motto Show your skills grazie a prodotti versatili dal minimo impatto ambientale.
Cabine di energia elettrica, panchine e ancora parchi, edifici popolari, centri civici e aree verdi nelle frazioni di Gambulaga, Quartiere, Portoverrara, Ripapersico sono state le tele degli artisti provenienti da tutta Italia, tra cui Alessandro Etsom, Vesod e Basik, liberi di esprimersi nel proprio stile.
Presente per la TAG Colors Crew Edoardo Mendez (Rash), nato in provincia di Ferrara e cresciuto a Portomaggiore dove, fin da ragazzino, entra in contatto con il mondo dei graffiti in strada con pennelli e spray su muro. Dopo anni di sperimentazioni da graffiti writer, con lettering e scomposizione di immagini, il suo lavoro punta alla ricerca di nuovi linguaggi espressivi uniti a tecniche pittoriche miste.
“Nell’opera, realizzata in 80 ore di lavoro – dichiara Edoardo Mendez – ho voluto creare ritmo visivo, sia con elementi figurativi sia con le cromie. Le macchine rappresentate mi hanno aiutato a dare vita a questa ritmica, a sfogarmi a livello cromatico comunicando un’idea di pulsazione e di dinamica. Era la prima parete di queste dimensioni e ho cercato di curarla al meglio utilizzando tecnica mista, tra tinte a pennello e circa 50 spray, ripetendo passaggi di una sull’altra.
È stata una bella soddisfazione realizzare il mio primo intervento di questa entità proprio dove ho usato la prima volta uno spray, tra l’altro a 100 metri dal primo lettering. Sono legato al mio territorio, soprattutto alla sua anima rurale provenendo da una famiglia di contadini in cui la connessione tra uomo e natura è sempre stata forte. Mi ha dato molto a livello umano ma anche ostacolato professionalmente, quando c’era ancora diffidenza verso questa forma d’arte, tanto da spostarmi appena finite le scuole a Ferrara. Ora tornare grazie ad ArtU è stato emozionante”.