MILANO – Per la prima volta un museo civico ospiterà una mostra dedicata al misterioso artista, la cui identità, a parte alcune supposizioni, rimane ad oggi ufficialmente anonima. Di Banksy si sa infatti che è nato e cresciuto a Bristol, e che forse, in base a una serie di coincidenze e indizi, potrebbe essere Robert Del Naja, cantante dei Massive Attack, ma nulla è dato per certo.
Noto soprattutto per le sue opere dal taglio nettamente ironico e satirico, Banksy ha tuttavia scelto sempre di prendere posizione su importanti temi politici e sociali, affrontando questioni di grande spessore e denunciando situazioni che spaziano dall’atrocità della guerra all’emergenza rifugiati, fino allo sfruttamento minorile e al maltrattamento di animali. Per veicolare i suoi messaggi ha fatto ricorso a un’ampia gamma di soggetti, quali scimmie, topi (i suoi celebri rats), poliziotti, ma anche bambini, gatti e membri della famiglia reale.
La realizzazione di ogni suo graffito, classificabile come una vera e a propria protesta visiva, si trasforma sempre in una sorta di evento a livello globale, alimentando ancor più il mistero che avvolge la sua figura.
La mostra milanese, dal titolo The art of Banksy. A visual protest (l’arte di Banksy, forma di protesta visiva) sarà dunque un’esposizione da non perdere anche se di fatto non ufficiale e non autorizzata dall’artista. Suddivisa in quattro sezioni, ospiterà circa 70 lavori, tra dipinti, sculture, prints, oggetti, ma anche foto e video di alcuni murales. Materiali che illustreranno il lavoro dell’artista con uno sguardo retrospettivo, fornendo ai visitatori le chiavi di lettura dell’opera di Banksy attraverso un percorso a suo modo accademico e insolito.