BERGAMO – Sono 25 le opere d’arte, scelte tra il vasto patrimonio della Pinacoteca bergamasca, che adornano le pareti delle due strutture accreditate con il Servizio sanitario nazionale. Ovviamente non si tratta di quadri originali o copie dal vero, ma di ingrandimenti a tutta parete in versione maxi-formato, per un totale di 400 metri quadrati. Attraverso foto ad altissima risoluzione le opere sono state infatti riprodotte in modo tale da non perdere la qualità. E’ stato inoltre scelto un particolare supporto con effetto tela capace di valorizzare ogni particolare dell’opera e ogni singola pennellata. La scelta dei dipinti non è casuale, spiegano i curatori del progetto, ma mira a “ricostruire un ambiente dalla forte carica emotiva seguendo il filo conduttore della bellezza, declinata in molti modi coerenti con l’ospedale che li accoglie: dal gesto di affetto all’intensità di uno sguardo fino a paesaggi rasserenanti”.
Alla scelta delle opere hanno partecipato anche medici, infermieri e tutto lo staff di Humanitas. Inoltre saranno gli stessi medici, che dopo aver seguito momenti di formazione con i curatori della Carrara, spiegheranno ai pazienti e ospiti il significato delle opere.
Dopo avere collaborato per le indagini diagnostiche preparatorie al restauro de “La Resurrezione” del Mantegna recentemente attribuito, Humanitas e Accademia Carrara, attraverso questo progetto, rafforzano la loro collaborazione che si svilupperà su 3 anni, durante i quali sono previsti incontri, appuntamenti culturali e scientifici per narrare i punti di contatto tra le anime dell’ospedale e della Pinacoteca. “Primo fra tutti, l’umanità di cui sono espressione”.
La direttrice dell’Accademia Carrara, Maria Cristina Rodeschini, presentando il progetto, ha spiegato: “Il rapporto dell’Accademia Carrara con Humanitas Gavazzeni nasce dalla volontà di condividere un’esperienza di partecipazione che si nutra di valori positivi. Contribuire al miglioramento della vita dell’uomo, sia dal punto di vista fisico sia intellettuale, coinvolge la sfera dell’etica. Arte, scienza e tecnica si alleano per mettere in valore gli esiti di processi complessi, ma vitalissimi, orientati a prospettive cariche di futuro a vantaggio dell’umanità”.
Giuseppe Fraizzoli, amministratore delegato di Humanitas Gavazzeni e Castelli, ha invece sottolineato: “Innovazione, ricerca, formazione, efficienza: tutto questo è ospedale. Ma l’esperienza di cura è innanzitutto un incontro, una relazione. E cosa meglio dell’emozione avvicina le persone? Qui si gioca il ruolo della bellezza, un valore fondante della cultura italiana a cui tutti siamo sensibili”.
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