VENEZIA – Con 213 artisti provenienti da 58 nazioni, il prossimo 23 aprile prenderà il via la 59/a Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, curata da Cecilia Alemani e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Roberto Cicutto.
Il 20, 21 e 22 aprile ci sarà la pre-apertura, mentre la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà il 23 aprile.
“Il latte dei sogni”
Titolo di questa edizione è “Il latte dei sogni” che, come spiegato da Cecilia Alemani, si ispira al libro di favole di Leonora Carrington (1917-2011), in cui l’artista surrealista descrive un mondo magico nel quale la vita viene costantemente reinventata attraverso il prisma dell’immaginazione e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, diventare altri da sé. L’esposizione, ha sottolineato Alemani, “sceglie le creature fantastiche di Carrington, insieme a molte altre figure della trasformazione, come compagne di un viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell’umano”.
La Mostra, che si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale, vede protagonisti 213 artisti provenienti da 58 nazioni: 26 le artiste e gli artisti italiani, 180 le prime partecipazioni nella Mostra Internazionale, 1433 le opere e gli oggetti esposti, 80 le nuove produzioni. Sono invece 5 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Repubblica del Camerun, Namibia, Nepal, Sultanato dell’Oman e Uganda. Repubblica del Kazakhstan, Repubblica del Kirghizistan e Repubblica dell’Uzbekistan partecipano per la prima volta con un proprio padiglione. Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero della Cultura, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, sarà a cura di Eugenio Viola.
La Mostra parte da alcune domande emerse dalle numerose conversazioni intercorse tra la curatrice e gli artisti, “che evocano – ha spiegato Alemani – non solo questo preciso momento storico in cui la sopravvivenza stessa dell’umanità è minacciata, ma riassumono anche molte altre questioni che hanno dominato le scienze, le arti e i miti del nostro tempo. Come sta cambiando la definizione di umano? Quali sono le differenze che separano il vegetale, l’animale, l’umano e il non-umano? Quali sono le nostre responsabilità nei confronti dei nostri simili, delle altre forme di vita e del pianeta che abitiamo? E come sarebbe la vita senza di noi? “
Dunque sono proprio questi interrogativi a fare da guida a questa edizione che si concentra attorno a tre aree tematiche: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra gli individui e le tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra.
“Concepite come delle capsule del tempo, queste micro-mostre forniscono strumenti di approfondimento e introspezione, intessendo rimandi e corrispondenze tra opere storiche – con importanti prestiti museali e inclusioni inusuali – e le esperienze di artiste e artisti contemporanei esposti negli spazi limitrofi. Le capsule tematiche – ha continuato Alemani – arricchiscono la Biennale con un approccio trans-storico e trasversale che traccia somiglianze ed eredità tra metodologie e pratiche artistiche simili, anche a distanza di generazioni, creando nuove stratificazioni di senso e cortocircuiti tra presente e passato: una storiografia che procede non per filiazioni e conflitti ma per rapporti simbiotici, simpatie e sorellanze”.
“Che la mostra possa aprire è di per sé un fatto straordinario” – ha sottolineato ancora Alemani ricordando questi due anni di pandemia. Una mostra che “non è tanto il simbolo di una ritrovata normalità, quanto piuttosto il segno di uno sforzo collettivo che ha qualcosa di miracoloso. In questi interminabili mesi passati di fronte a uno schermo mi sono chiesta più volte quale fosse la responsabilità dell’Esposizione Internazionale d’Arte in questo momento storico e la risposta più semplice e sincera che mi sono riuscita a dare è che la Biennale assomiglia a tutto ciò di cui ci siamo dolorosamente privati in questi ultimi due anni: la libertà di incontrarsi con persone da tutto il mondo, la possibilità di viaggiare, la gioia di stare insieme, la pratica della differenza, della traduzione, dell’incomprensione e quella della comunione”.
Tuttavia ha concluso Alemani, la mostra non è sulla pandemia , ma “registra inevitabilmente le convulsioni dei nostri tempi. In questi momenti, come insegna la storia della Biennale di Venezia, l’arte e gli artisti ci aiutano a immaginare nuove forme di coesistenza e nuove, infinite possibilità di trasformazione”.
Il presidente della Biennale Roberto Cicutto ha invece evidenziato “la mostra immagina nuove armonie, convivenze finora impensabili e soluzioni sorprendenti proprio perché prendono le distanze dall’antropocentrismo. Un viaggio alla fine del quale non ci sono sconfitti, ma si configurano nuove alleanze generate dal dialogo fra esseri diversi (alcuni forse prodotti anche da macchine) con tutti gli elementi naturali che il nostro pianeta (e forse anche altri) ci presenta. I compagni di viaggio (le artiste e gli artisti) che si aggregano alla Curatrice provengono da mondi molto diversi fra loro. Cecilia ci dice che c’è una maggioranza di artiste donne e soggetti non binari, una scelta che condivido perché riflette la ricchezza della forza creativa dei nostri giorni“.
I progetti speciali
La Biennale di Venezia realizzerà due progetti speciali. Elisa Giardina Papa, tra le artiste presenti in concorso all’Esposizione Internazionale, è stata invitata da Cecilia Alemani per un intervento specifico a Forte Marghera a Mestre, all’interno dell’edificio chiamato Polveriera austriaca. Sophia Al-Maria è l’artista chiamata a esporre all’interno del Padiglione delle Arti Applicate nelle Sale d’Armi dell’Arsenale. Il progetto, arrivato alla sua sesta edizione, è frutto della collaborazione tra la Biennale e il Victoria and Albert Museum di Londra.
Biennale College Arte 2021/22
Sono di Simnikiwe Buhlungu, Ambra Castagnetti, Andro Eradze e Kudzanai-Violet Hwami, i progetti finalisti della 1a edizione di Biennale College Arte 2021/22 che potranno accedere a un contributo di 25.000 euro per la realizzazione del lavoro finale. Le opere realizzate saranno presentate, fuori concorso, come parte della 59. Esposizione Internazionale d’Arte. Al bando di partecipazione hanno aderito oltre 250 giovani artisti/e emergenti under 30 provenienti da 58 paesi in tutto il mondo. Più della metà le donne.
Biennale Sessions
Per l’undicesimo anno consecutivo la Biennale dedica il progetto Biennale Sessions alle Università, alle Accademie e a tutte le istituzioni operanti nella ricerca e nella formazione nel campo delle arti, dell’architettura e nei campi affini. L’obiettivo è quello di offrire una facilitazione a visite di tre giorni da loro organizzate per gruppi di almeno 50 tra studenti e docenti, con la possibilità di organizzare seminari in luoghi di mostra offerti gratuitamente e assistenza all’organizzazione del viaggio e soggiorno.
Il catalogo
Il catalogo ufficiale, dal titolo “Il latte dei sogni“, è composto di due volumi. Il Volume I, a cura di Cecilia Alemani, è dedicato alla Esposizione Internazionale e comprende, oltre al contributo originale della Curatrice, un’ampia serie di illustrazioni e saggi critici di un gruppo di scrittrici e pensatori oggi all’avanguardia. Il Volume II è dedicato alle Partecipazioni Nazionali e agli Eventi Collaterali. La Guida della Mostra è studiata per accompagnare il visitatore lungo il percorso espositivo. L’identità grafica della Biennale Arte 2022 e il design delle pubblicazioni si devono allo studio A Practice for Everyday Life, Londra.