ROMA – Il ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, il 27 aprile ha risposto all’interrogazione di Maria Coscia del Partito Democratico sul Parco Archeologico del Colosseo, nel corso del question time alla Camera.
Franceschini ha rimarcato che l’istituzione del Parco archeologico del Colosseo non determinerà alcuna diminuzione dei finanziamenti destinati alla tutela del patrimonio culturale di Roma.
“È falso che sono state tolte risorse a Roma: prima di questo provvedimento l’80% delle risorse restava nella Capitale e il 20%, come in tutto il resto d’Italia, andava a un fondo di solidarietà per aiutare i musei che non hanno tanti incassi”. – ha detto il ministro – Con la riforma non cambierà nulla dal momento che “l’80% delle risorse resta a Roma e il 20% va al fondo di solidarietà. Qual è l’unica variazione? Il 50% dei fondi resterà al Parco Archeologico e il 30% andrà alla tutela del patrimonio culturale statale presente nel restante territorio della città di competenza della nuova Soprintendenza speciale di Roma”.
A detta di Franceschini “l’area archeologica Centrale di Roma resterà com’è oggi”. L’accordo di valorizzazione “firmato con la precedente giunta, che non ha avuto esito nei mesi successivi perché c’è stato un rallentamento da parte dell’amministrazione comunale, mantiene intatta la sua validità con l’unico cambiamento che la parte statale sarà rappresentata non più dal soprintendente ma dal direttore dell’Area Archeologica Centrale”. Per il ministro ci sarà “più efficienza e non meno tutela. Prima c’erano tre soprintendenze con competenze diverse”. Con la riforma si crea “un’unica soprintendenza speciale con tutte le competenze per la parte archeologica, per la parte dei beni architettonici e per quella dei beni artistici. Oggi il soprintendente di una città come Roma deve occuparsi della gestione del Colosseo, il monumento più visitato d’Italia, e di dare il permesso per l’apertura di una finestra alla Magliana o a Centocelle”, ha sottolineato Franceschini.
L’istituzione del Parco Archeologico del Colosseo, ha spiegato ancora Franceshni non è stata “un’improvvisazione del ministro: ho lavorato con il decreto ministeriale in applicazione di una norma di legge approvata nella legge di Stabilità dal Parlamento che ha consentito semplicemente di adeguare anche la struttura di Roma, in particolare l’area archeologica, a quello che è già avvenuto già in questi due anni in materia di riforma del sistema museale”. Una riforma che, secondo il ministro “ha portato risultati a Pompei, Caserta, agli Uffizi, a Brera, in tutti gli altri musei e che ha portato i visitatori dei musei statali da 38 milioni del 2013 a 45,5 milioni del 2016. Si può essere contro, si può dire che ciò è sbagliato, ma non si possono dire falsità per motivare la propria opinione”, ha concluso Franceschini.
Sulla questione Italia Nostra ha espresso le sue perplessità e dichiara: “L’ennesima riforma sbrindellata, frettolosa e non condivisa che deve essere azzerata e ripensata totalmente in un quadro generale nel quale la tutela non sia subordinata alla valorizzazione, ma due facce della medesima medaglia”. Italia Nostra Roma ricorda che nel gennaio 2017 , preoccupata per quanto si stava delineando ed ora avvenuto, aveva inviato all’Unesco di Parigi un documento nel quale si esprimevano forti perplessità sulla proposta del Ministro Franceschini. L’Unesco ha richiesto a chi di dovere approfondimenti e spiegazioni. Il Centro storico di Roma, ancora patrimonio Unesco, merita sicuramente un urgente ripensamento”.
Il Mibact, rispetto alle questioni sollevate, relative ai paventati rischi per il sito Unesco del centro storico di Roma, in una nota controbatte: “Sono privi di fondamento. Anzi è vero l’esatto contrario. Fino a prima della riforma, i beni culturali del centro storico di Roma erano sottoposti, oltre che alla sovrintendenza capitolina, a tre diverse soprintendenze dello Stato (beni archeologici; beni storico-artistici; beni architettonici e paesaggistici). Oggi lo Stato ha una sola soprintendenza, dotata di autonomia speciale, con un consiglio di amministrazione, un comitato scientifico, e soprattutto più risorse. E le competenze degli istituti autonomi sono su luoghi, aree, edifici, musei ben delimitati (Galleria Borghese, Palazzo Barberini, Colosseo, ecc.). Non si comprende in quale modo la presenza di un direttore, un consiglio di amministrazione, un comitato scientifico al Museo nazionale romano o al Colosseo possa mai compromettere la tutela del sito Unesco. Inoltre il nuovo Parco archeologico del Colosseo consente al MiBACT di avere una struttura dirigenziale di livello generale dedicata esclusivamente alla tutela, alla gestione e alla valorizzazione di uno dei siti più visitati d’Italia”.
Nel frattempo il Tar del Lazio ha invece respinto l’istanza presentata dalla Uil beni culturali per la sospensione d’urgenza del decreto sul Parco del Colosseo e ha fissato per il 15 maggio 2017 la camera di consiglio per la trattazione collegiale del ricorso. Il sindacato aveva chiesto “l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia” del Dpcm con il quale viene conferito a Federica Galloni l’interim per il parco del Colosseo, nonché l’annullamento del decreto che istituisce il Parco del Colosseo, e presentato un’istanza di misure cautelari monocratiche. Esaminati gli atti, il presidente della sezione seconda quater Leonardo Pasinisi, ha rilevato però che “non emergono, nella specie, situazioni di estrema gravità ed urgenza, tali da non consentire la dilazione sino alla data della camera di consiglio della trattazione dell’istanza cautelare da parte del collegio”. Da qui la decisione di respingere l’istanza di misure cautelari monocratiche e l’indicazione della data del 15 maggio.
Infine, sulle polemiche con il ministro Franceschini, è intervenuto anche il vicesindaco di Roma e assessore alla Crescita culturale, Luca Bergamo che a Radio Roma Capitale ha dichiarato: “Con il ministro Franceschini c’é una diversità di vedute più volte affrontata anche in confronti privati. Non c’è scontro politico, ma una diversità forte su posizioni che riguardano un valore strategico per Roma, che è uno degli elementi intorno a cui rinasce Roma”. “Le nostre- ha aggiunto Bergamo – sono posizioni condivise trasversalmente da esponenti politici del Pd, di Forza Italia e del Movimento cinque stelle e da tutti coloro che capiscono che l’unicità di Roma pò’ essere al servizio della rinascita del Paese con una visione strategica. La ragione del confronto aspro è che si tratta di misure che mancano di visione e di un modo di concepire il rapporto tra la cultura e il turismo superato da tutte le convenzioni internazionali”.