NAPOLI – Si è aperto a Napoli, il 22 maggio il primo Festival dello sviluppo Sostenibile con il convegno “Italia 2030: che nessuno resti indietro!”. Al centro della discussione la riduzione delle disuguaglianze, con dei focus specifici su: lavoro, salute, educazione e imprenditorialità. Tra i partecipanti, tra gli altri, anche il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, il quale intervenendo, nel suo discorso ha rimarcato la necessità di investire in cultura.
“Investire in cultura e conoscenza – ha detto il ministro – è il miglior antidoto ai mali di questo tempo, come la paura dello straniero, della decrescita, che portano a reazioni difensive come i populismi e i nazionalismi”. Franceschini ha quindi sottolineato anche che investire in scuola e conoscenza “non è solo un metodo per arricchire le menti ma alza la competitività del Paese”.
Per la riduzione delle disuguaglianze l’ampliamento del livello di conoscenza gioca un ruolo fondamentale. “Molte delle cose fatte nel mio settore – ha sottolineato ancora Franceschini – sono state immaginate pensando di correggere una distorsione secondo la quale siamo un Paese orgoglioso del proprio patrimonio culturale, ma allo stesso tempo siamo uno dei paesi in cui si legge di meno, si ascolta meno musica, si frequentano poco i musei. Ci sono indicatori positivi già dal 2015, sono piccoli ma ci dicono – ha rilevato il ministro – che dobbiamo proseguire su questa strada perché l’aumento della conoscenza riduce le disuguaglianze e aumenta la competitività di un Paese”.
Il ministro ha poi ricordato che è in fase di completamento il concorso per l’assunzione di 500 giovani nei vari settori dei Beni Culturali. “Abbiamo ottenuto di ampliare questo numero a 800 – ha rimarcato – conto di arrivare a 1000 assunzioni a breve”. Sono figure professionali fondamentali, secondo Franceschini anche pergarantire un turismo sostenibile. “Si pensa a un turismo sostenibile da un punto di vista ambientale – ha concluso Franceschini – bisogna considerare anche che il nostro è un patrimonio fragile e bisognerebbe governare i flussi in modo intelligente per far crescere luoghi altrettanto straordinari come quelli più conosciuti”.