FIRENZE – Si tratta dei pensieri che l’artista faceva ricamare dalle donne afghane già dal 1971. E’ infatti proprio in quell’anno che Boetti intraprende il primo viaggio a Kabul e da li in poi si recherà personalmente in Afghanistan almeno due volte l’anno, fino al 1979. Questa collaborazione proseguì anche distanza, seppur con grandi difficoltà, anche dopo l’invasione sovietica del ’79 e riprese solo alla metà degli anni ‘80 a Peshawar, nei campi profughi afghani in Pakistan dove, sul confine afghano. Boetti predispose la ripresa della collaborazione con le ricamatrici profughe dall’Afghanistan, dimostrando così, tangibilmente, il forte legame ed il profondo rispetto che li legava, tanto che come spiegato da Agata Boetti, figlia dell’artista e Direttrice dell’Archivio Alighiero Boetti di Roma “si assicurava regolarmente che le condizioni di lavoro fossero ottimali e, soprattutto, che le ricamatrici non fossero bambine. Era importantissimo per lui”. Inoltre continua ancora Agata Boetti: “Se si accetta di allontanarsi dall’idea ormai tristemente stabilita che la semplicità sia sinonimo di stupidità e la complessità d’intelligenza, i ricami di Boetti sono semplici, da osservare, da capire, da apprezzare e da amare: evidenti, universali, assoluti, filosofici, poetici e bellissimi”.
Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno ha dichiarato: “Alla luce della storia degli ultimi decenni, Alighiero Boetti ci appare non solo come un grande artista, di quelli che segnano la propria epoca con opere destinate a restare ammirate e valide nel tempo, ma anche come un intuitivo, autentico profeta, che oggi sarebbe forse un ambasciatore di pace fra i popoli di questo tormentato pianeta. Un’Accademia come la nostra non può che riconoscersi in un processo che vede protagonista il Disegno, dallo schema progettuale all’ultimo punto dato sulla stoffa, in quel profondo riconoscimento del lavoro umano che Alighiero Boetti ha saputo elevare al livello della più alta espressione dell’arte”.
La mostra, visitabile fino al 20 maggio, è promossa e organizzata dall’Accademia delle Arti del Disegno in collaborazione con l’Archivio Alighiero Boetti di Roma, con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze, ed è inoltre dedicata ad Andrea “Bobo” Marescalchi, che è mancato pochi mesi fa, non solo perché è stato uno dei più importanti artisti contemporanei fiorentini ma anche perché è stato l’ultimo assistente di Alighiero Boetti.
Vademecum
Alighiero Boetti, Il filo del pensiero
Inaugurazione giovedì 14 aprile, ore 18.00
Sala Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno
via Ricasoli, 68 (angolo Piazza San Marco)
La mostra sarà visitabile fino al 20 maggio nei seguenti orari:
da martedì a sabato: ore 10.00 – 13.00 / 17.00 – 19.00
domenica: ore 10.00 -13.00
Lunedì chiuso.
Ingresso libero.