FIRENZE – I Carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Firenze hanno recuperato un centinaio di antichi e preziosi volumi a stampa, rubati dal Fondo Antico della Biblioteca Bandiniana di Fiesole. Il furto venne scoperto e denunciato nel 2009, quando erano in corso alcuni lavori di restauro interni all’edificio di piazza Mino dove ha sede sia la Diocesi che il Seminario.
In quel periodo alcune porte di accesso alle sale erano state coperte con teli a protezione dalla polvere e per evitare eventuali danni che potevano essere arrecati durante i lavori, tali protezioni impedirono tuttavia rilevamento della forzatura di una porta interna. Soltanto grazie a una pubblicazione con l’inventario completo, dettagliato ed analitico dei volumi di maggior valore ed antichità è stato possibile stilare l’elenco delle opere mancanti: circa 250 su un migliaio in tutto.
Quell’elenco fu inserito nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti e trasmesso anche alle associazioni ed istituzioni pubbliche e private di settore. Già dopo un anno grazie a un costante monitoraggio del commercio di beni culturali era stato possibile individuare una libreria antiquaria, con sede ad Assisi e prevalentemente operante sul web, che aveva messo in vendita su una delle più note piattaforme dell’e-commerce, alcuni libri antichi, che per titolo e caratteristiche generali corrispondevano proprio a quelli oggetto del furto al Seminario fiesolano. Sono seguite immediatamente le indagini, coordinate dalla Procura di Perugia, che hanno permesso di recuperare un primo nucleo di volumi. Successivamente è stato possibile individuare anche i vari acquirenti, ignari dell’illecito acquisto, sparsi sia su territorio nazionale che internazionale (Francia e Stati Uniti). E’ stato poi possibile anche risalire al ricettatore, un aretino, assiduo frequentatore di fiere e mercatini. In particolare si segnala un volume edito a Lione nel 1541 ed acquistato, sul sito del commerciante umbro, da uno studioso di San Antonio (Texas).
Nel corso delle indagini è stato accertato che le transazioni informatiche con acquirenti stranieri venivano effettuate in violazione del codice dei beni culturali, che sancisce l’obbligo di richiedere ed ottenere specifiche autorizzazioni prima di esportare un bene culturale, e aggirando le procedure doganali in quanto i libri venivano spediti all’estero all’interno di anonimi plichi postali.
Attualmente sono tre le persone ritenute responsabili, in concorso tra loro e a vario titolo di ricettazione, riciclaggio, illecita esportazione di beni culturali, contrabbando. I tre sono indagati presso le procure di Arezzo e di Perugia che, recentemente, hanno disposto la restituzione dei beni. I volumi antichi recuperati sono stati restituiti al Seminario Vescovile di Fiesole. Il valore commerciale dei volumi si aggira in realtà oltre i 100mila euro, ma è il loro intrinseco valore storico ad essere assolutamente inestimabile.