FIRENZE – In occasione delle celebrazioni dei 150 anni del Museo di San Marco di Firenze, è stato presentato il restauro del “Giudizio Universale” del Beato Angelico.
L’opera dell’Angelico è assai particolare sia nella forma che nel trattamento del soggetto. Si tratta di un dipinto tra i più popolari dell’artista, che ha riacquistato piena leggibilità grazie al restauro eseguito da Luca Biondi.
Il dipinto rappresenta un’insolita visione del Giudizio Finale, in cui Cristo giudice appare in tutta la sua gloria, attorniato da angeli, in un cerchio celestiale che domina dalla sommità. La mano destra levata del Cristo invita i fedeli risorti verso i cancelli della Gerusalemme Celeste; la sinistra volta verso il basso consegna i peccatori alle fauci pietrose dell’Inferno. La Madonna e San Giovanni Battista sono raffigurati come intercessori in una posizione straordinariamente prossima al Figlio. La schiera celeste è completata da ventiquattro santi e profeti assisi come in tribunale, dodici su ciascun lato. Al centro della composizione la fuga di tombe scoperchiate, che fa da spartiacque tra gli eletti e i dannati, guida lo sguardo attraverso tutta la profondità dello spazio del dipinto fino all’orizzonte azzurro pallido nello sfondo.
Databile tra il 1425 e il 1428, non si conosce lo scopo originale dell’opera, ma fu probabilmente eseguita per la cappella maggiore della chiesa di Santa Maria degli Angeli, che sull’altare maggiore già presentava l’Incoronazione della Vergine di Lorenzo Monaco ora agli Uffizi.
Le iniziative per la celebrazione dei 150 anni del Museo di San Marco proseguiranno il 15 ottobre con la ricollocazione e la presentazione del restauro di un’altra opera del Beato Angelico, la “Pala di San Marco” restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure. A fine ottobre alcune celle dei monaci del museo ospiteranno un’inedita installazione di arte contemporanea.