BARBERINO VAL D’ELSA (FIRENZE) – Sono ripartite da luglio, dopo 40anni, le indagini su un’area archeologica ancora poco conosciuta. Si tratta del sito di Semifonte, città medievale che Firenze rase al suolo nel 1202 poiché ne minacciava l’espansione. Gli studi e le ricerche questa volta saranno effettuate con mezzi altamente tecnologici all’avanguardia, e cioè con l’ausilio di droni e geo-radar.
L’area archeologica di Semifonte è un simbolo della cultura medievale toscana, da qui l’arrivo di una nuova stagione di studi e ricerche che mirano in particolare alla valorizzazione e alla riscoperta dell’insediamento “fantasma” che sorge nei pressi della via Francigena.
Per il sindaco di Barberino d’Elsa, Giacomo Trentanovi si tratta di un “momento storico per il territorio”. Gli archeologi coinvolti nella ricerca, che hanno illustrato i contenuti del progetto di ricerca in conferenza stampa, hanno spiegato: “Non sappiamo quanto fosse estesa Semifonte, come e dove si strutturasse l’abitato, ci affideremo per questa analisi ad un metodo che l’archeologia medievale ha applicato anche nel vicino Medioriente, è l’analisi archeologica di una realtà complessa che mette lo scavo come eventuale conclusione non come premessa delle attività, attueremo una campagna di diagnostica archeologica e geofisica in forma sperimentale che fa uso di strumentazioni particolari, che ci permetterà di verificare come si siano conservate le strutture al di sotto delle superfici dei territori agricoli, useremo droni per le riprese aerofotogrammetriche”. La prima attività dei ricercatori avrà dunque finalità diagnostiche a cui solo in un secondo momento seguiranno le eventuali attività di scavo.