FIRENZE – La Galleria dell’Accademia di Firenze ha avviato un progetto di ricerca tecnico-scientifico in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana di Mendrisio – SUPSI. L’obiettivo è approfondire la tecnica dello scultore Lorenzo Bartolini attraverso sofisticate indagini diagnostiche sui suoi modelli in gesso conservati nella Gipsoteca del museo fiorentino.
Il progetto si propone di:
- conoscere più dettagliatamente la tecnica dello scultore nel passaggio dal modello in gesso alla traduzione finale nel marmo;
- caratterizzare i materiali utilizzati nelle diverse fasi di lavorazione e avere un quadro più chiaro del suo processo creativo;
- verificare, attraverso le informazioni raccolte, anche lo stato di conservazione delle opere, identificando eventuali criticità strutturali che non potrebbero essere rilevate tramite la sola osservazione diretta.
“Dopo un intenso lavoro conservativo – racconta Cecilie Hollberg, direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze – con il riallestimento della Gipsoteca e la digitalizzazione di tutte le opere ivi comprese, e dopo la messa online dell’archivio completo di Lorenzo Bartolini, ora fruibile a tutti, sono contenta di poter presentare questo nuovo progetto pilota, altamente innovativo, in collaborazione con esperti e istituzioni internazionali, come la SUPSI e la Sabap. Un metodo di ricerca mai utilizzato sulle opere in gesso dell’artista che fino ad oggi non erano mai state investigate così attentamente dal punto di vista tecnico e scientifico. Insomma, ancora un progetto all’avanguardia per sapere di più sulle procedure tecniche per approfondire le conoscenze sulle collezioni della Galleria dell’Accademia di Firenze e condividerne i risultati per studi futuri.”
“Questo metodo di indagine – prosegue Alberto Felici, funzionario restauratore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato (Sabap) e curatore del progetto di ricerca – è stato applicato sui gessi della Gipsoteca Museo Vincenzo Vela di Ligornetto, in Svizzera con un progetto finanziato dal Fondo di ricerca Nazionale (FNS), e sarebbe auspicabile applicarlo anche in altre Gipsoteche o collezioni museali di altri paesi, creando così una rete di scambi e confronti, utile sia per una maggiore comprensione della realizzazione delle opere stesse sia per la formulazione di un piano di monitoraggio dello stato di conservazione.”
“La collaborazione con la Galleria dell’Accademia e la Soprintendenza – afferma Giacinta Jean docente responsabile del corso di laurea conservazione e restauro della SUPSI – è stata importantissima. Le analisi svolte sulle opere di Ligornetto (Svizzera) ci hanno fatto comprendere meglio i modelli in gesso di Vincenzo Vela, con questo progetto li potremo confrontare con il modo di lavorare di Lorenzo Bartolini, un artista quasi suo contemporaneo. Le ricerche che in SUPSI vengono svolte nell’ambito dei beni culturali sono focalizzate sullo studio interdisciplinare delle tecniche artistiche, con osservazioni dirette delle opere da parte di chi è abituato a leggere la materia, integrate a ricerche d’archivio e con un supporto scientifico fornito da professionisti con una lunga esperienza in questo ambito.”
Il ruolo significativo dei modelli in gesso nella scultura
Nel processo di creazione di sculture in pietra o marmo, gli artisti tradizionalmente utilizzavano modelli in argilla, successivamente sostituiti dai calchi in gesso per preservarne la forma. Questi modelli fungono da tramite tra l’ideazione dell’artista e la realizzazione finale in marmo o pietra. Nel caso di Lorenzo Bartolini e altri scultori del XIX secolo, i modelli in gesso rappresentavano un punto cruciale nell’evoluzione tecnica e creativa.
La loro superficie conserva le tracce del complesso processo artistico che consentono di individuare il modus operandi dell’artista, ma anche la storia conservativa dell’opera. I modelli sono, tuttavia, estremamente fragili e soggetti a danni, essendo composti da materiali porosi e polimaterici.
Metodi di indagine
Dal momento che la collezione della Gipsoteca della Galleria dell’Accademia è molto vasta, sono state scelte, insieme alla Direzione, opere, tra busti e sculture a figura intera, particolarmente significative, sia da un punto di vista tecnico che storico-artistico, delle quali esistono le esecuzioni in marmo in città. Per il progetto sono state adottate metodologie avanzate, incluse radiografie, analisi con microscopi e scansioni 3D, per mettere in relazione i gessi con le sculture finite in marmo.
Questa prima fase è iniziata a fine dicembre 2023, ed è tuttora in corso. Si stanno elaborando tutti i dati, frutto delle indagini, delle ricerche e delle osservazioni. La loro valutazione conclusiva è prevista per il mese di maggio 2024.
Vademecum
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