ROMA – “Giuseppe Tubi: antologica delle mostre irrealizzate 2008-2018” presenta quattro cicli di opere che, sebbene non siano propriamente “nuove”, essendo state realizzate nell’arco degli ultimi dieci anni, vengono raccolte ed esposte insieme per la prima volta, alla Galleria del Mascherino, secondo il modello consolidato della mostra antologica.
Tubi è uno dei pionieri della computer art, artista “misterioso” che dal 1992 cela la sua identità dietro uno pseudonimo al fine di mettere in crisi la nozione di autore e testare le ricadute sul piano estetico e sociale scegliendo di agire nel contesto dell’arte da una posizione laterale, situata sulla soglia tra presenza e assenza. Obiettivo dichiarato dell’artista è quindi quello di porre in discussione ruoli e processi del sistema dell’arte, nella consapevolezza che le regole di quest’ultimo riflettano quelle del capitalismo.
In questa antologica l’artista simula dunque una storia espositiva mai avvenuta, o meglio, avvenuta soltanto nella forma potenziale del progetto.
Il primo ciclo di lavori presentati, dal titolo shakespeariano La materia di cui sono fatti i sogni, è composto da due diverse serie di opere monocrome strettamente legate tra loro: la prima è formata da quadri di colore argento attraversati da bande verticali, in riferimento alle zip painting di Barnett Newman, ma contenenti frammenti di capelli e peli dell’artista, che include così nell’opera il suo DNA, potenzialmente rivelatore della sua identità nascosta, dando a queste opere il valore di un autoritratto. La seconda serie è invece composta da quadri monocromi realizzati con lacerti di pellicce appartenute alla madre e alla nonna dell’artista. Si tratta dunque, in entrambi i casi, di opere di natura autobiografica, legate al ricordo e alla sfera personale, che alla luce dell’ignota identità dell’artista assumono quindi un carattere ambiguo e paradossale.
La seconda mostra irrealizzata, dal titolo Remake Remodel – Women in Revolt, si concentra sul corpo della donna rappresentato come feticcio pronto al consumo.
La terza, progettata nel 2008 con il titolo Paesaggi, comprende una selezione di quadri digitali, parte della sperimentazione più conosciuta di Tubi degli anni Novanta e Duemila.
Il percorso espositivo termina con la serie di opere progettate per la quarta mostra irrealizzata dal titolo Autografo ma non autentico, in cui Tubi, riprendendo una soluzione già usata nei primi anni Novanta, compila un elenco di espressioni e lemmi riferiti al mercato dell’arte, riconducibili allo stesso campo semantico dell’autenticità, nozione ritenuta un valore indispensabile per decretare la fortuna critica di un’opera e soprattutto la sua valorizzazione in termini culturali ed economici. Iniziata nel 1994, come omaggio ad Alighiero Boetti appena scomparso, la serie è stata più volte rielaborata nel corso del tempo ed è presentata qui nella sua veste definitiva.
La mostra resterà aperta la pubblico fino al 15 febbraio 2020.
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Vademecum
Galleria Mascherino
Via del Mascherino 24, 00193 Roma
Orario: dal martedì al sabato, ore 16.00-19.30, chiuso lunedì e festivi
Tel: 3382699414, email:
galleriamascherino@gmail.com