ROMA – Martedì 4 giugno si è svolta presso presso lo Studio privato del Presidente della Repubblica al Palazzo del Quirinale, la cerimonia di consegna della copia facsimile del Codex Purpureus Rossanensis, realizzata e contrassegnata ad personam, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Ha presenziato alla cerimonia una delegazione del Ministro per i Beni e le Attività Culturali composta dal ministro Alberto Bonisoli, dal Segretario generale Giovanni Panebianco e dal capo di Gabinetto Tiziana Coccoluto, il Capo Ufficio Stampa del Ministro, dott. Giorgio Giorgi. Per la Diocesi di Rossano-Cariati, il Vicario Generale e Direttore del Museo Diocesano e del Codex, mons. Giuseppe Straface; il Commissario Prefettizio del Comune di Corigliano Rossano, dott. Domenico Bagnato; il già Sindaco di Rossano, dott. Stefano Mascaro; il Responsabile dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali, don Nando Ciliberti; il Segretario dell’Arcivescovo, don Domenico Simari; La Vice Direttrice del Museo Diocesano e del Codex e Responsabile di “Insieme per camminare” ente gestore del Museo, dott.ssa Cecilia Perri; il Consigliere delegato del Gruppo editoriale “Franco Cosimo Panini” che ha realizzato il facsimile, dott.ssa Lucia Panini; la signora Rosi Fontana, curatrice della comunicazione per il Codex Purpureus Rossanensis.
Nel 2017, per volere dell’Arcivescovo di Rossano-Cariati, Monsignor Giuseppe Satriano, è stato avviato il progetto di realizzazione di cinque copie del Codex Purpureus Rossanensis. La prima fra queste, realizzata in marocchino bruno tinto al vegetale con filetti e titolo al dorso e contrassegnata ad personam, è stata riservata al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella. L’edizione facsimilare del Codex, realizzata da Franco Cosimo Panini Editore, ha richiesto due anni di lavoro specialistico per garantire l’assoluta fedeltà all’originale, grazie anche a una significativa collaborazione di eccellenti maestranze e artigianalità italiane.
“Il prezioso evangeliario, giunto dai primi secoli del cristianesimo, – ha spiegato monsignor Satriano – è testimonianza forte della centralità dell’incarnazione del Cristo, per la storia di quel tempo. Anche oggi, intorno ad esso, andiamo realizzando, come piccola Chiesa locale, un autentico percorso d’incarnazione nei confronti di quelle fatiche e speranze che vive la nostra gente. La valorizzazione del Codex ci sta aiutando in un significativo percorso di umanizzazione, consapevoli dell’essere ambasciatori di storia millenaria e di religiosità viva che hanno attestato il nostro popolo nella capacità di essere accogliente e inclusivo. Anche a livello sociale, il Codex ci ha richiamato alla centralità della persona, cogliendo ogni opportunità per sostenere e valorizzare la crescita del territorio e nuovi spazi di lavoro per i nostri giovani”.
“L’originale del Codex, bene Unesco, è stato oggetto di un attento restauro da parte del Mibac, conclusosi nel 2015” – Ha sottolineato il ministro Bonisoli – “Pochi mesi fa, durante una visita al Museo Diocesano di Rossano, su invito dell’arcivescovo monsignor Giuseppe Satriano, ho avuto l’onore di essere il primo Ministro per i beni e le attività culturali a sfogliare quello che è un assoluto capolavoro di arte antica ma, soprattutto, una testimonianza di straordinario valore culturale, storico e religioso, ancora troppo poco conosciuta, come molte delle ricchezze del nostro Sud. Ricchezze che e’ invece fondamentale promuovere, tutelare e valorizzare anche per creare, in terre spesso difficili, occasioni di occupazione e di crescita civile e sociale, specie per i giovani” – ha concluso Bonisoli.
Cos’è il Codex Purpureus Rossanensis
Si tratta di uno straordinario manoscritto la cui colorazione porpora delle carte membranacee (pergamene) conferisce al volume valore di estrema sacralità. Si tratta di un oggetto prezioso, manifestazione di potere, opulenza e prestigio del possessore e della committenza e non poteva che appartenere ad una classe socio-economica assai elevata. Consiste di 188 fogli di pergamena di dimensioni 31 cm x 26 cm numerati recto verso e scritte in caratteri in oro e argento.
Il Codex Purpureus Rossanensis, opera bizantina del VI secolo dopo Cristo in pergamena color porpora manoscritta e miniata, è estremamente importante sia dal punto di vista religioso sia dal punto di vista della manifattura, tali da rendere il substrato scrittorio simile a pochissimi altri esemplari finora esistenti, fra i quali la Genesi di Vienna e il Sinopense di Parigi.
E’ l’unico codice rilegato, i codici analoghi sono infatti ormai solo fogli sciolti. Contiene l’intero Vangelo di Matteo, parte del Vangelo di Marco, mentre sono interamente perduti i Vangeli di Luca e Giovanni, e una parte della lettera di Eusebio a Carpiano sulla concordanza dei Vangeli.
Il Codex contiene 15 pagine miniate, in particolare si tratta di 12 miniature sulla vita di Cristo, una miniatura dei quattro Evangelisti, parte della Lettera di Eusebio a Carpiano racchiusa in una decorazione aurea e il ritratto di San marco.
L’opera nel 2015 è stata riconosciuta quale Patrimonio dell’Umanità ed inserito nella categoria “Memory of the world”. Nel 2016 è terminato il lungo lavoro di restauro eseguito dall’ICRCPAL di Roma.
Ormai da tempo immemore il Codex è custodito nella Diocesi di Rossano-Cariati. Dal 1952 è esposto nel Museo Diocesano e nel 2016 ha visto un importante riallestimento con una sala interamente dedicata.