REGGIO CALABRIA – Il Museo riapre finalmente al pubblico dopo un complessivo intervento di restauro e di adeguamento antisismico oltre che un riallestimento delle collezioni e quindi anche un nuovo percorso espositivo.
Paolo Desideri, architetto e fondatore dello studio Adbr, che ha curato il ripristino degli spazi del museo, ha spiegato: “Nel progetto di restauro del nuovo Museo Archeologico di Reggio Calabria siamo riusciti fondere insieme l’archeologia, il paesaggio, la tecnologia più avanzata. Una ricchezza di temi ed una complessità di programmi che rende davvero unico questo progetto. Un concentrato di primati e di sorprese, il Museo è oggi in grado di riprendersi la scena che gli compete nel circuito dei grandi musei internazionali, e addirittura di primeggiare grazie ai suoi tesori”, ha concluso l’architetto.
Il percorso di visita apre con le testimonianze più remote della frequentazione umana in Calabria quindi da parte sia dell’uomo di Neanderthal che dell’homo sapiens, conservate al secondo piano, denominato piano A – “Prima della Magna Grecia”.
Il piano B – “Città e santuari della Magna Grecia” si trova invece al primo piano e qui si possono ammirare le testimonianze delle città-stato fondate lungo le coste ioniche da gruppi organizzati di migranti da varie zone della Grecia. Mentre al piano C – “Aspetti di vita quotidiana nelle città della Magna Grecia” vengono esposte le testimonianze materiali di teatro, poesia e musica della civiltà, ma anche semplici arredi e le suppellettili delle case e i documenti dell’attività delle botteghe artigiane.
Un percorso espositivo dunque che procede dall’alto verso il basso. Infatti si giunge alla fine al piano terra denominato piano D dedicato alla città di Reggio Calabria. Qui sono esposti reperti che illustrano la lunga storia della città e il suo sviluppo. Il museo culmina infine con la Sala dei Bronzi di Riace e dei Bronzi di Porticello.
Nella giornata del primo maggio maggio sarà possibile visitare anche la necropoli ellenistica scoperta con i lavori di costruzione dell’edificio nel 1932, su progetto dell’architetto Marcello Piacentini. Saranno infatti i volontari del Touring Club Italiano ad accompagnare i visitatori. Anche domenica primo maggio l’ingresso sarà gratuito perché in coincidenza con l’iniziativa Mibact una #domenicalmuseo, che prevede l’entrata libera in tutte le aree archeologiche e i musei italiani. I costi dell’ingresso saranno di 8 euro per l’intero, 5 euro il ridotto. Ogni mercoledì, invece, in promo, i biglietti costeranno di meno, 6 euro l’intero e 4 euro il ridotto.
Il ministro Franceschini intervenendo alla cerimonia di apertura del museo ha dichiarato: “Il museo di Reggio Calabria è un luogo importante per la crescita di questa città e di tutta la Calabria”. Poi parlando dell’impegno del Governo nella valorizzazione dei Beni culturali, ha aggiunto: “E’ una sfida che vogliamo vincere per fare di questo Paese un unico contenitore culturale partendo dal dato che solo 15% dei turisti viene al Sud in un territorio ricco di bellezze naturali, paesaggistiche e storico-culturali. Un territorio dove occorre investire in cultura per vincere una sfida internazionale”.
Il direttore del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria Carmelo Malacrino ha definito il nuovo museo “efficiente, accogliente, sicuro”. “Un museo – ha aggiunto Malacrino – che conquista i suoi visitatori, accompagnandoli nell’affascinante storia dell’antichità calabrese, sviluppata dal Paleolitico alla tarda età romana su quattro livelli di esposizione permanente. Circa 200 vetrine, nelle quali è esposta una selezione dei più importanti reperti archeologici calabresi, guidano l’intero percorso, che si conclude con la grande sala in cui si possono ammirare i Bronzi di Riace e i Bronzi di Porticello”.
Mentre il premier Matteo Renzi ha dichiarato: “Il Museo archeologico di ReggioCalabria è stato aperto. C’è un direttore scelto con una competizione internazionale. Adesso, però, bisogna correre. Di fronte a tanta bellezza non è possibile che questa struttura sia sotto i 200 mila visitatori all’anno. Servono interventi specifici e puntuali”.