FIRENZE – Sono molte le iniziative previste a Firenze per ricordare la terribile alluvione che il 4 novembre del 1966 colpì il capoluogo toscano. Tra le tante, il 4 novembre gli Uffizi hanno inaugurato una piccola, ma densa mostra fotografica, dal titolo L’alluvione e gli Uffizi: immagini dal Gabinetto Fotografico degli Uffizi, in memoria di ciò che l’Alluvione rappresentò per il più importante museo italiano.
Si tratta di scatti realizzati dagli stessi operatori fotografici del Gabinetto fotografico dell’allora Soprintendenza, che accorsi al lavoro, appena il ritiro delle acque lo permise, vollero fermare quegli attimi di sgomento, utilizzando le poche attrezzature superstiti in loro possesso.
La mostra, ospitata al secondo piano della Galleria nella sala 41, propone quindi una carrellata di immagini tutte in bianco e nero, che nella loro sconsolata attualità remota, trasmettono tuttavia energia e amore per il patrimonio. Le fotografie esposte, sono tutte su pellicola 6×6 e provengono dall’Archivio fotografico delle Gallerie degli Uffizi. I negativi sono stati sviluppati in condizioni di emergenza nel laboratorio alluvionato degli Uffizi, motivo questo di alcune loro imperfezioni.
Sono testimonianze molto importanti che documentano i danni subiti dal patrimonio storico-artistico fiorentino, ai quali si aggiunsero anche quelli dei beni archivistici e librari. All’epoca l’Archivio di Stato era ospitato nei locali al piano primo dell’ala di Ponente, in contiguità con quelli utilizzati dall’Accademia dei Georgofili.
Ogni tipo d’oggetto, dai manoscrititi miniati agli arredi sacri, agli strumenti musicali venne colpito dall’onda di fango e acqua lurida. Agli Uffizi fu inondato il pian terreno, con danni alle porte cinquecentesche del loggiato, nonché ad alcuni arazzi e arredi antichi. I più danneggiati furono tuttavia i diversi depositi di opere d’arte e i laboratori di restauro che si trovavano in più luoghi del complesso stesso, dove erano custodite non solo opere dei musei fiorentini, ma anche, per restauro, dipinti provenienti sia dal territorio toscano, sia da altre regioni, in particolare dalle Marche, nuovamente aggredita in questi giorni dalla furia distruttrice del terremoto.
Il Gabinetto Fotografico, con il suo straordinario patrimonio di immagini, e i laboratori di analisi che si trovavano negli ambienti chiamati della Vecchia Posta, sul Piazzale degli Uffizi, persero le loro attrezzature e i loro archivi furono gravemente danneggiati.
L’allora Soprintendente Ugo Procacci descrisse così la situazione: “Molti dovevano operare sapendo di aver perduto tutto o in parte quello che possedevano, ma non per questo abbandonavano il loro posto. Scarso cibo, mancanza d’acqua e, nei primi giorni di qualsiasi attrezzatura, per cui occorreva lavorare in mezzo al fango e al putridume in condizioni veramente disumane, non hanno fatto arrestare o rallentare il lavoro che non ha mai conosciuto soste, protraendosi dalle prime luci del giorno fino a quando il buio della sera non rendeva impossibile, per la mancanza di qualsiasi illuminazione, di continuare ancora ad operare”.