FORLI’ – Dante. La visione dell’arte è stata l’evento espositivo di maggior rilievo per numero di opere, impianto narrativo e approfondimento scientifico dedicato al Sommo Poeta nell’anno centenario delle sue celebrazioni.
La mostra, che si è conclusa l’11 luglio 2021, ha presentato oltre 300 opere, provenienti da tutto il mondo, in un percorso espositivocreato ai Musei San Domenico dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì insieme alle Gallerie degli Uffizi.
Un vero e proprio catalogo di capolavori, provenienti dai più grandi musei del mondo, dove si sono incontrati Cimabue, Giotto, Lorenzetti, Andrea del Castagno, Beato Angelico, Botticelli, Signorelli, Beccafumi, Michelangelo, Lorenzo Lotto, Tintoretto, Brueghel il Vecchio, Guido Reni, Canova, Bouguereau, Picasso, Arnolfo di Cambio. Tra i manoscritti dell’antica vulgata Pacino da Buonaguida e Niccolò di ser Sozzo, tra le fonti di Dante Le Roman de la Rosee il Liber figurarum di Gioachino da Fiore; poi le prime edizioni a stampa. Un inedito confronto tra una selezione di disegni di Federico Zuccari e di Giovanni Stradano. Il rapporto tra Dante e i Nazareni raccontato da Anton Koch e Vogel von Vogelstein; e poi Cabianca, Agneni, Mochi, Morelli, Petarlini, Sabatelli, Faruffini, Altamura, Duprè, Vela tra coloro che ne rilessero il mito civile ottocentesco. Holiday e Rossetti tra i Preraffaelliti. Le nuove edizioni e la grafica che resero Dante universale con Flaxman, Dixon, Giani, Sabatelli, Corot, Dorè, Nattini. E poi la generazione dei pittori dantisti tra Otto e Novecento: Greiner, Von Bayros, Galileo Chini, De Carolis, Cambellotti, Nomellini, Alberto Martini, Sartorio, Casorati.
Non è stata una mostra didascalica e neppure celebrativa, ma interpretativa della relazione tra Dante e l’arte. Il progetto, nato da un’idea di Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, e di Gianfranco Brunelli, Vice-presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e direttore delle grandi mostre da essa organizzate, è stato coadiuvato dal Professor Antonio Paolucci e dal Professor Fernando Mazzocca, con un numeroso e prestigioso comitato scientifico.
La scelta di Forlì come scenario dell’esposizione mirava a ribadire la centralità di Forlì e del suo territorio nel percorso storico-esistenziale dantesco. Non città di passaggio, Forlì, ma città dantesca.
La rassegna ha sfidato la pandemia, superando in due mesi i 40mila visitatori.
“Abbiamo sfidato con coraggio l’inimmaginabile – dichiara Gianfranco Brunelli – per poter realizzare e aprire una mostra di queste dimensioni e di questa qualità. Il progetto scientifico è stato interamente realizzato. Le opere tutte presenti. La mostra forlivese su Dante ci ha anche restituito una visione di normalità, che vorremmo affrettata”.
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Questa mostra è un grande successo, a partire dal punto di vista scientifico. Ciò è documentato dallo stesso catalogo: per le generazioni a venire, un manuale per l’università ma anche per le scuole medie e superiori. Questa esposizione è davvero una pietra miliare, che illustra non solo tutto Dante, la sua opera, ma l’immensa influenza culturale che ha esercitato dai suoi tempi fino al ‘900. Possiamo dire che Dante. La visione dell’arte è paragonabile per ampiezza alla mostra su Raffaello realizzata lo scorso anno dagli Uffizi con le Scuderie del Quirinale.
Ma allo stesso tempo è anche una mostra coraggiosa, organizzata nel pieno della pandemia: resterà un faro negli anni a venire e questo è un risultato che porterà visitatori a Forlì e in Romagna per anni a venire. Si è trattato di un grande evento europeo: abbiamo avuto recensioni di questa esposizione in tutti i principali giornali esteri.
E grazie a questa esposizione, a Forlì, simbolicamente a metà strada tra Firenze e Ravenna, Dante è stato celebrato come personaggio nazionale e internazionale.
Gli Uffizi proseguiranno la celebrazione di Dante ancora questa estate con le mostre degli Uffizi diffusi, a Poppi dove scrisse una parte della Divina Commedia, e a San Godenzo, l’ultimo luogo toscano dove il sommo poeta sostò prima di lasciare per sempre la sua terra per sfuggire alla condanna a morte che pendeva sulla sua testa.
Con la grande vittoria di ieri sera l’Italia ha assunto il ruolo di combattere e parlare per l’Europa intera, e Dante è il personaggio giusto per farlo a livello culturale, anche perché nessun altro personaggio ha avuto una importanza nelle altre lingue e letterature europee come il Sommo Poeta”.
La mostra diventerà anche un docufilm, che sarà come una visita guidata virtuale commentata, grazie alla collaborazione di grandi maestri della ripresa cinematografica e della fotografia; l’obiettivo è metterla a disposizione del grande pubblico, pensando in particolare a quanti non hanno potuto sperimentare, con una visita reale, le stesse emozioni del grande viaggio dantesco raccontato nella mostra forlivese. A cominciare dalle scuole e dagli studenti, gravemente penalizzati nelle loro attività dalla pandemia.