PERUGIA – “L’immagine di un viandante – afferma Sandro Chia – è il mio tema preferito, una figura che incede tra cielo e terra, contornato dal paesaggio, possibilmente accompagnato da animali domestici. Il viandante è per me il tema più fecondo, più ricco di conseguenze pittoriche ed ideali”. E ancora: “In fondo dipingere significa questo, significa pedinare a distanza un soggetto, braccare un’immagine, seguirne le tracce, scoprire le tracce, cancellare le tracce. Significa dimenticare se stessi nel paesaggio del quadro appena abbozzato, diventare lo specchio dell’immagine e quasi per caso, inavvertitamente, entrare nel quadro. Pochi passi dentro il quadro e il quadro diventa il teatro dell’auto seduzione, pochi passi dentro il quadro e il quadro si trasforma in autoritratto. Ancora un passo o due e si esce dal quadro lasciandovi l’immagine, l’ombra, il corpo astrale”.
Il percorso espositivo permette di ammirare undici grandi tele realizzate tra il 1998 e il 2003, prestate dalla Galleria Mazzoli di Modena, con le caratteristiche grandi figure umane di Chia che emergono da sfondi coloratissimi di forme geometriche o di pennellate ricche e dense. Accanto a queste si trova un nucleo di dieci tele recenti, con al centro uomini e donne di grande felicità espressiva, su sfondi dove dominano gli azzurri, i verdi e i blu, e paesaggi delicati e poetici. Altre venti opere invece, su carta eseguite con tecnica mista, sono lavori realizzati tra il 2012 e il 2014. Alcuni lavori più recenti completano poi il percorso della straordinaria esposizione.
Scrive Achille Bonito Oliva, padre della Transavanguardia e profondo conoscitore dell’artista: “Sandro Chia opera su un ventaglio di stili, sempre sostenuto da una perizia tecnica e da un’idea dell’arte che cerca dentro di sé i motivi della propria esistenza tali motivi consistono nel piacere di una pittura finalmente sottratta alla tirannia della novità e anzi affidata alla capacità di utilizzare diverse “maniere” per arrivare all’immagine. I punti di riferimento sono innumerevoli, senza esclusione alcuna, da Chagall a Picasso, da Cèzanne a De Chirico, da Carrà futurista a Carrà metafisico e novecentista”.
Mentre Italo Tommasoni, che ha curato l’esposizione, spiega: Sandro Chia rappresenta una entità eretica, l’occasione offerta alla pittura per un richiamo organico alla idea del rappresentare, che contraddice la frammentarietà e la schizofrenia sperimentale del post moderno. E organico Chia era stato fin dai suoi esordi, quando già all’inizio degli anni’70 intuì la necessità di ricollegare il proprio linguaggio figurativo alle fonti di quel Novecento che 50 anni prima aveva ricostruito un tessuto figurativo disperso dal Futurismo e dalle Avanguardie”.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al 29 gennaio 2017.
Vademecum
CIAC:
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Apertura e orari mostra: Venerdì 15.30-18.30,
Sabato e Domenica 10.00-13.00 – 15.30-18.30
Biglietto: € 5,00; ridotto € 3,00.
Ingresso gratuito per: ragazzi fino a 14 anni, scolaresche e portatori di handicap