ROMA – Lucia Borgonzoni torna al Mibac come sottosegretario ai Beni culturali, incarico già ricoperto da giugno 2018-agosto 2019, durante il primo governo Conte, affiancata allora da Gianluca Vacca.
Bolognese classe 1976, Borgonzoni è nipote del pittore e partigiano Aldo Borgonzoni. Laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi in Fenomenologia degli stili, dopo una breve carriera da artista e da interior designer, si è avvicinata alla politica negli anni duemila con la Lega Nord.
Durante il suo precedente mandato si è distinta anche per alcune affermazioni “poco felici”, come quella in cui dichiarava di non leggere un libro da almeno tre anni, ma di essersi tuttavia concentrata sulla “lettura” di ciò che riguardasse il suo lavoro, e cioè la cultura. Aggiungendo inoltre “magari adesso andrò più al cinema o al teatro”.
Lo scrittore Sandro Veronesi, due volte premio Strega, in un’intervista a mowmag.com, raccontando come vede la politica attuale si è espresso anche sulla neo sottosegretaria. “In questo momento non si tratta di indirizzare la cultura verso determinati obbiettivi: si tratta di farla ripartire al 100%, quasi da zero” – ha detto Veronesi, spiegando: “Sulla rinascita culturale, fondamentale è la scelta strategica che verrà fatta in ambito politico: una scelta che, comunque, non farà il sottosegretario. Ecco perché non mi preoccupo più di tanto”. “Attualmente, non farei una questione di principio su niente. Certo, associare Borgonzoni e cultura è quasi un ossimoro. Il punto è che se vengono sbagliate le nomine degli uomini e delle, purtroppo, poche donne nei punti chiave del Governo è un bel guaio: un sottosegretario alla cultura sbagliato o nominato per compiacere una forza politica che al momento deve sostenere la maggioranza, è un male sopportabile. Se qualcosa non funziona, non sarà per colpa della Borgonzoni, dall’altro lato, se il tutto funziona bene non sarà la sua presenza ad impedire una buona riuscita”.