MANTOVA – In occasione del convegno “Città d’arte 3.0” al teatro Bibiena di Mantova e nell’ambito dei festeggiamenti per Mantova Capitale della cultura 2016, è giunto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini.
Il presidente Mattarella, intervenendo al convegno, ha ricordato l’importanza di custodire, valorizzare, incrementare e integrare con nuove progettualità lo straordinario patrimonio culturale italiano che tutto il mondo ammira. “L’Italia – ha detto il Capo dello Stato – è anche i suoi impareggiabili tesori, è la storia che li ha plasmati e che compone il dna delle nostre città e del nostro popolo, è l’osmosi tra natura e opera dell’uomo che ha formato i tessuti urbani, definito i paesaggi, dato vita a un modello sociale e a una civiltà”. Il presidente ha anche sottolineato l’importanza di investire in arte, istruzione, beni culturali, ricerca. “Il ritorno sarà sempre più grande della spesa – ha detto Mattarella – perché ci offre conoscenze per conservare ciò che va conservato e stimoli per innovare, per trasformare con creatività”.
Altro aspetto sul quale il Capo dello Stato si è soffermato è stato il dramma del terremoto. “La ricostruzione dei beni culturali e artistici è necessaria, non meno delle case e delle fabbriche, delle scuole e delle piazze, perché sono parte di un’identità personale e collettiva, e sono moltiplicatori di forza sociale”. E poi ancora l’importanza di impedire che che i borghi diventino ‘non luoghi’. Citando infatti il sociologo Marc Auge, teorizzatore appunto dei non luoghi, il presidente ha rimarcato la necessità di difendere l’integrità di un luogo, non solo salvaguardandone la memoria ma restituendogli vita. “La ricostruzione dei borghi antichi è l’antidoto alla fine culturale dell’Europa. Dobbiamo impedire che parti di territorio diventino ‘nonluoghi'”.
Il ministro Franceschini ha invece parlato di nuove politiche da attuare nel campo dei beni culturali e di un “turismo “sostenibile” che eviti il “sovraffollamento” nelle città d’arte italiane. Necessità di un “turismo diffuso e non mordi e fuggi”, ha sottolineato il ministro: “Tra i i dieci musei più visitati nel mondo non c’è mai nessun museo italiano – ha detto ancora – ma io credo che non ci sarà mai un museo italiano perché l’Italia non ha un grande museo come il Louvre il British Museum o la National Gallery. La forza dell’Italia è di avere più di 4mila musei sparsi su tutto il territorio nazionale, piccoli e grandi, con collezioni straordinarie”. Per il ministro, deve quindi prevalere “l’idea di valorizzare l’Italia come museo diffuso”. “Si tratta – ha concluso Franceschni – non solo di una giusta opportunità ma anche di un’assoluta urgenza per gestire il paradosso delle grandi capitali dell’arte come Venezia, Firenze e Roma, che hanno un problema di sovraffollamento”. Infine il ministro ha anche ricordato come il 2017 sarà, anche “l’Anno dei borghi”.