NAPOLI – Sono durati 6 mesi i lavori di restauro dell’ottocentesco portone ligneo del Museo Filangieri, realizzati sotto la sorveglianza della Soprintendenza archeologica, Belle arti e Paesaggio di Napoli. Il museo nacque alla fine dell’800 per volontà del principe Gaetano Filangieri, che sistemò nel quattrocentesco Palazzo Como la sua raccolta di dipinti, armi e porcellane, dotandolo anche di una ricca biblioteca e di un importante archivio.
I lavori sono consistiti nella rimozione di strati di vernice a smalto e di stucchi a base di colle e sintetici che ne alteravano l’aspetto originario, coprendo anche alcuni inserti in ghisa. Inoltre, visto lo stato precario di conservazione, è stato necessario anche un intervento di riassetto e consolidamento.
Gli interventi di restauro sono stati preceduti dallo studio dei disegni originali del principe Filangieri, provenienti dall’archivio storico del museo, con le indicazioni della finitura e della cromia superficiale originale.
Maria Rosaria De Divitiis, presidente regionale del Fai, ha evidenziato come l’iniziativa “sia un segnale di attenzione che sancisce un rapporto di collaborazione e rende ancora più visibile il recupero avviato da qualche anno per questo scrigno di storia e arte che per tanto tempo è stato chiuso e non fruibile”. Il direttore del Filangieri, Gianpaolo Leonetti ha invece spiegato: “E’ un piccolo passo nel percorso ancora lungo per il recupero completo di questa istituzione da tre anni a questa parte comunque siamo diventati vivi. Il 2016, primo anno di riapertura, abbiamo avuto circa 7mila visitatori, un buon risultato se si pensa che 16 anni fa, quando il museo chiuse, si raggiungevano i 6.500. Siamo partiti con il piede giusto però per crescere ancora di più abbiamo bisogno di 30mila visitatori circa la anno”.