TERNI – L’area archeologica di Campo della Fiera di Orvieto continua a riservare sorprese. Gli scavi infatti hanno portato alla luce una nuova scoperta di notevole interesse archeologico. Si tratta di una fornace di forma rotonda utilizzata nel terzo secolo avanti Cristo per cuocere ceramiche. E’ di qualche tempo fa anche la scoperta di un mosaico composto da tessere nere e decorato da bellissime lastrine di marmo. In questo sito le ricerche archeologiche sono cominciate nel 2000 e hanno consentito di riportare alla luce uno straordinario complesso di strutture che, estendendosi per oltre cinque ettari, testimonia l’esistenza di una grande area sacra frequentata per più di 2000 anni, dal VI sec. a.C. al XV secolo. Il sito è stato riconosciuto quale sede del Fanum Voltumnae, ovvero il santuario federale della lega etrusca dove periodicamente si riunivano i rappresentanti delle dodici maggiori città per prendere decisioni in comune. Il santuario era dedicato al dio etrusco Veltune, Voltumna o Vertumnus per i Romani, il cui culto venne trasferito a Roma dopo la presa di Volsinii del 264 a.C.
Per quel che concerne quest’ultima scoperta della fornace, gli archeologi impegnati nelle ricerche hanno spiegato: “La struttura conserva ancora il sostegno centrale, destinato a sorreggere il piano forato della camera di combustione, e il piccolo corridoio che immetteva nell’ambiente per il fuoco. Sono stati rinvenuti distanziatori di varia forma che, posti tra un vaso e l’altro, impedivano alle ceramiche di aderire tra loro; ed anche alcuni scarti di lavorazione. È appena affiorante, infine, una seconda fornace di settimo secolo dopo Cristo che potrebbe offrire altri elementi di interesse”.
Una nota del Comune ricorda che a Orvieto si conoscono fornaci, scoperte nel secolo scorso, nella zona di San Domenico, ma oggi non sono più visibili. Gli archeologi hanno sottolineato: “Ora i ceramisti orvietani possono dire che la loro tradizione produttiva risale con sicurezza ad epoca molto antica e la produzione locale di vasellame non ha mai avuto soste. Le fornaci necessitano però di restauri conservativi ed attendono la generosità di nuovi mecenati, magari anche tra gli attuali produttori di ceramica, per continuare a testimoniare una fabbricazione che ha reso famosa la città”.