ROMA – Il Parco archeologico del Colosseo rappresenta “un simbolo e, in quanto tale, va difeso”, “preferisco prevenire che curare”. Questo in sostanza quanto ha detto il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli a margine della presentazione del “Piano antintrusione e sicurezza per il Parco, che si è svolto nella mattina di giovedì 13 dicembre, presso la Curia Iulia.
“Stiamo andando, o siamo già dentro, un momento di tensioni a livello internazionale – ha dichiarato Bonisoli – è il caso di immaginare, magari in modo esagerato, cosa potrebbe accadere e cercare di non farlo accadere rafforzando la sicurezza del Parco sia esterna che, eventualmente, interna, con una vigilanza delle forze dell’ordine che richiederemo”.
Il ministro ha quindi precisato che la presenza delle forze dell’ordine “magari non sarà necessaria in maniera continuativa, ma in particolare per alcuni periodi dell’anno, come ad agosto, in cui c’è una maggiore affluenza di visitatori”.
“Confesso che non sono un esperto in sicurezza – ha sottolineato ancora il ministro – ma ritengo che l’impatto visivo delle forze dell’ordine sia a volte sottovalutato. Nel momento in cui ci sono tante persone il fatto di vedere qualcuno in divisa può aiutare anche ad avere un migliore comportamento da parte di qualcuno. Stiamo parlando di forze dell’ordine limitate – ha aggiunto – e dobbiamo usarle dove servono, e questa è la ragione per cui sono contento di non avere la scorta”.
Il piano di sicurezza, illustrato dal Direttore del Parco Alfonsina Russo, persegue lo scopo di un controllo totale dell’area. Per questo progetto, frutto della collaborazione tra diverse istituzioni, tra cui, appunto il Mibac, il Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio e il Comune di Roma, sono stati stanziati 7 milioni di euro.
“Le procedure di gara partiranno all’inizio del 2019″ – ha spiegato Russo che ha aggiunto: – “Il Parco si è avvalso anche del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale con cui già dalla primavera scorsa abbiamo realizzato diversi sopralluoghi. Sono stati fatti anche degli studi sui flussi dei turisti”.
Attualmente sono in funzione una cinquantina di telecamere, 120 per quello dell’area archeologica e 11 per la Domus Aurea. Il progetto, che dovrebbe concludersi entro un anno, prevede di raddoppiarle facendo leva sempre di più sulla tecnologia. Il primo passo consiste quindi nell’incrementare le telecamere intelligenti fisse e mobili all’interno dei monumenti che trasmetteranno le immagini registrate alla sala operativa i cui lavori dovrebbero concludersi entro il 31 dicembre.
“La realizzazione del Piano sicurezza per il Colosseo fa capire quanto sia importante lavorare insieme con chiarezza di opinioni e obiettivi e con la volontà di trovare soluzioni”. – ha detto Bonisoli – “La collaborazione – ha aggiunto il ministro – non è scontata, non è automatica. Ha bisogno della chiarezza dei ruoli. Questo progetto ne è un esempio. Questo modo di lavorare dovrebbe essere esteso a tutta la pubblica amministrazione”.
Il prefetto di Roma Paola Basilone ha invece spiegato chequesto progetto di“potrebbe essere inserito in un più vasto progetto di videosorveglianza di tutta la città di Roma con già 1.000 telecamere interconesse”. Il prefetto inoltre, soffermandosi sull’allarme sicurezza di questi giorni,ha sottolineato che “il Parco Archeologico è garantito tutto l’anno. E’ chiaro che per Natale la sorveglianza verrà aumentata e rafforzata. Ma già ora l’area archeologica è protetta”.