PARMA – Dopo Cagliari, Lecce, Ravenna, Siena e Perugia-Assisi, Capitali Italiane della Cultura ex aequo nel 2015, è stato il turno di Mantova nel 2016 e di Pistoia nel 2017, mentre per il 2018 il titolo è stato attribuito a Palermo. Oggi nella sede del Mibact è stata designata Parma Capitale della Cultura 2020.
Le motivazioni, per le quali la città è stata scelta dalla giuria, presieduta da Stefano Baia Curioni, sono state lette dal ministro Franceschini, durante la cerimonia che si è svolta a Roma, al ministero dei Beni culturali. Il ministro ha esordito con una battuta “Mi dispiace per tutti i sindaci e gli assessori che sono venuti qui e hanno candidato le loro città a Capitale italiana della cultura per il 2020 ma io, violando tutte le regole, ho deciso di nominare Ferrara!”. Franceschini infatti ferrarese doc, è candidato alle elezioni politiche del 4 marzo nel collegio uninominale della sua città.
Queste dunque le motivazioni addotte per la vittoria del progetto: “Esempio virtuoso di elevata qualità nella progettazione territoriale a base culturale. I suoi punti di forza sono rappresentati in particolare: dalla capacità di attivare e coordinare un sistema estremamente complesso di soggetti, allargato su base territoriale estesa. Il progetto infatti enfatizza un forte e attivo coinvolgimento dei privati delle imprese del territorio, una stretta relazione con il mondo dell’università e della ricerca, con il mondo della cultura e del welfare, nella presenza di un rapporto consapevole tra rivitalizzazione urbana, promozione sociale, produzioni culturali, con riferimento esplicito all’attivazione di distretti; da un sistema di offerta culturale di ottimo livello realizzato con esplicita attenzione ai giovani nell’integrazione di discipline artistiche, con particolare riferimento alla tradizione musicale; da una forte capacità di gestione dei sistemi di accoglienza e gestione della creatività in vista della sostenibilità complessiva”.
Alla lettura del nome della città, la delegazione parmense, guidata dal sindaco Federico Pizzarotti, ha esultato con un lungo e intenso applauso ed esclamazioni di gioia. Il primo cittadino si è detto molto emozionato e felice e ha commentato: “Vincere ci dà una grande possibilità. Aver creato un dossier, inserendo il welfare e una rigenerazione urbana, ha fatto mettere le persone intorno a un tavolo, tutti i sistemi istituzionali e imprenditoriali per creare un’idea e un percorso di città. Penso che le qualità ci fossero tutte e siamo contenti di aver partecipato e vinto. Quindi felice di aver vinto – ha continuato il sindaco – e altrettanto felice che in finale ci fossero delle città con dei progetti così belli”.
“I soldi che mettiamo in campo – ha detto ancota Pizzarotti – tra privato e pubblico sono più di 5 milioni, ci sono già dei progetti in itinere soprattutto dal punto di vista edilizio perché riqualificare i complessi museali e monumentali è un lavoro immane e quindi adesso sappiamo che bisognerà lavorare ancora più forte e arriveremo al 2020 sicuramente preparati” – ha concluso il sindaco
Il progetto a cura del Comune di Parma riguarda 7 distretti socio culturali dislocati in diverse aree della città, che diventano spazi di creatività, riflessione, rigenerazione e innovazione. 32 progetti stretti attorno al claim della candidatura, “la cultura batte tempo”, divisi in produzioni, cantieri, esposizioni a rassegne, costruite insieme a tutte le istituzioni e le associazioni. Una visione di città trasversale che tocca ogni ambito, dalla cultura all’urbanistica, dal sociale al turismo, dagli ambienti educativi alle pari opportunità.
Dopo la proclamazione il ministro Franceschini ha dichiarato: “Parma è sicuramente una citt che ha tante ragioni legate all’arte, alla musica, al cibo. È una bellissima città. Anche le altre finaliste– ha poi aggiunto – avranno comunque la soddisfazione di essere state tra le 10 città che hanno giocato fino all’ultimo la competizione di Capitale italiana della cultura 2020″.