PARMA – Massimo Listri è sicuramente uno dei migliori fotografi al mondo d’interni e arte. Sessanta delle sue opere, tra le più belle, saranno esposte a partire dal 17 aprile, al Labirinto della Masone, il mirabile dedalo dedicato alla bellezza e al sapere, realizzato dalla Fondazione Franco Maria Ricci. Il sodalizio che lega il grande fotografo e l’editore di FMR, la rivista che ha segnato lo stile di un’epoca, risale a molti anni fa. Esattamente al 1981, quando Listri si stava facendo conoscere per una serie di ritratti in bianco e nero di figure cruciali della cultura del XX secolo: Borges, Renè Clair, Montale, Pasolini, Zeri. L’avvio della collaborazione con l’editore segna quindi una svolta nella sua ricerca. Da quel momento infatti la figura umana scompare dai suoi scatti e Listri comincia a comporre la preziosa galleria di ritratti d’interni per cui è universalmente noto. Da quel momento Listri ha usato la fotografia per riportare alla luce la magnificenza di apparati decorativi abbandonati all’oblio dall’avvento di nuovi orientamenti estetici o dall’inaccessibilità degli edifici che li custodiscono. Ci vuole “l’occhio felice” capace di vedere oltre, restituirci l’essenza di un luogo attraverso scatti fotografici composti secondo il codice dell’eleganza, dell’armonia, della proporzione e della simmetria.
La mostra, curata da Laura Casalis e Giorgio Antei per la Fondazione Franco Maria Ricci, è articolata per temi e accosta scatti storici a opere del tutto inedite.
Palazzi e Musei. Palazzi e musei, i luoghi del fasto e del potere e gli scrigni architettonici progettati per raccogliere le collezioni d’arte. La Venaria Reale, Il Quirinale, Il Palazzo Reale di Napoli e la Reggia di Caserta, Palazzo di Queluz in Portogallo e Palazzo Ostankino a Mosca. E poi Gli Uffizi e il Museo degli Argenti a Firenze, I Musei Capitolini di Roma, il Kunsthistorisches di Vienna e il Jacquemart-Andrè di Parigi, La poesia dell’abbandono. Meno note, ma intensamente poetiche le immagini che occupano la terza sala: spazi vuoti, ambienti delabrés, cappelle abbandonate, i sottotetti o le zone private dei palazzi di rappresentanza.
Musei Vaticani. Nel 2014 Listri è stato il primo artista contemporaneo chiamato ad esporre all’interno dei Musei Vaticani. Le gigantografie degli ambienti che ospitano il Laocoonte, l’Apollo di Prassitele, l’Arianna addormentata, l’Hermes del Belvedere e tanti altri capolavori della statuaria greco-romana sono protagonisti della terza sezione della mostra.
Fisiognomica. L’unica incursione della figura umana ammessa nella fotografia di Listri è quella mediata dalla scultura. In esposizione alcuni degli scatti dedicati alla scultura di Adolfo Wildt, L’incredibile repertorio di smorfie che caratterizza le charakterköpfe di Franz Xaver Messerschmidt, opere tra le più misteriose e affascinanti del XVIII secolo, trova in Listri il suo migliore interprete. Sono anche presenti alcuni inediti scatti di sculture di età romana imperiale, dotazione del Museo Gregoriano Profano dei Musei Vaticani
Biblioteche. Si chiude con le Biblioteche, tra le serie di interni firmate da Listri forse la più amata dai collezionisti di tutto il mondo. Il viaggio di Listri in un universo in cui ogni spazio è occupato da libri desta immancabilmente la commossa meraviglia dell’osservatore. Che si tratti dell’Apostolica Vaticana, della Marciana di Venezia, del Ricetto michelangiolesco della Laurenziana di Firenze, delle biblioteche dell’Abbazzia di Kemsmunster in Austria, dei Gerolamini a Napoli, della Palatina di Parma, della Pierpont Morgan a New York, della biblioteca di Mafra in Portogallo o dell’Archivio delle Indie di Siviglia il tema è chiaro: questi scatti in cui la figura umana è assente sono un’umanistica celebrazione dell’uomo e della sua cultura.