PADOVA – Prende il via il restauro degli affreschi grotteschi dell’arco della Cappella di Santa Caterina nella Basilica di Sant’Antonio di Padova. L’attribuzione a Giotto risale al 1969 e fu proposta da Francesca Flores d’Arcais. Successivamente venne avvalorata a più riprese da altri storici dell’arte.
Il restauro è promosso dall’Ente Basilica Sant’Antonio di Padova. Il lavoro sugli affreschi giotteschi nasce dalla sinergia tra la Delegazione Pontificia della Basilica, il Comune di Padova con l’Assessorato alla Cultura, l’Università di Padova e la Fondazione Cariparo.
Il restauro comporta un intervento di salvaguardia e di studio di un’opera di grande importanza per la storia dell’arte italiana, proprio grazie alla solida attribuzione a Giotto. L’intervento è stato autorizzato dal Soprintendente Fabrizio Magani il 5 novembre scorso, confermando l’autorizzazione del 2013, ed è articolato in due fasi. La prima prevede un progetto di analisi e di studio per l’attuazione dell’intervento conoscitivo. Questa prima fase è affidata al Ciba, centro interdipartimentale di ricerca per i beni archeologici architettonici e storico artistici dell’Università di Padova. Verranno quindi individuate le metodiche più idonee a salvaguardare le pitture e mettere in luce ulteriori eventuali tracce della mano di Giotto.
I dipinti rappresentano otto mezzi busti di Sante entro quadrilobi, alternati a motivi decorativi in stile gotico. L’imposta dell’arco poggia su capitelli in marmo dipinti e dorati, e le paraste, decorate a finto marmo, presentano due stemmi lapidei speculari. Lo stato conservativo era ritenuto già dalla stessa Flores d’Arcais nel 1969 in forte degrado e bisognoso di un intervento di restauro. Si tratta dunque di un intervento estremamente delicato. Le pitture di Giotto, già assai rovinate ai primi del Novecento, sono state reintegrate e ridipinte. Oggi la superficie pittorica si presenta in più punti sfaldata e parzialmente distaccata, con pericolo di caduta di porzioni di intonaco dipinto.
“Il Comune di Padova capofila nel processo di candidatura di Padova Urbs Picta per l’iscrizione alla lista del patrimonio Unesco della Cappella degli Scrovegni di Giotto e dei cicli trecenteschi – ha spiegato l’assessore alla cultura di Padova Andrea Colasio – ha dato il suo sostegno per il restauro di questa importante cappella dipinta da Giotto al Santo, luogo emblematico dell’incontro tra Giotto e la città di Padova, segno tangibile dei grandi capolavori realizzati nel medioevo grazie alla sinergia tra Comune, famiglie padovane e frati. Questa stessa sinergia, oggi ritrovata fra tutte le più importante istituzioni presenti in città e condivisa con le associazioni impegnate nelle attività culturali, permetterà di valorizzare e far conoscere al mondo intero la straordinaria cultura carrarese, che affonda le sue radici nell’opera di Giotto che dipinse per il frati di Sant’Antonio, per la famiglia Scrovegni, il cui giuspatronato su questa cappella è documentato nel 1369, e nelle pitture realizzate da Giotto nel palazzo della Ragione”.
“La Delegazione Pontificia – ha sottolineato il Delegato Pontificio per la Basilica di Sant’Antonio in Padova, l’Arcivescovo Fabio Dal Cin – ha assai a cuore lo stato di salute di tutto il complesso antoniano. Sono molti gli interventi da promuovere per salvaguardare un patrimonio immenso, ricco di storia e di significato liturgico, testimonianza viva della fede dei pellegrini dal medioevo ai nostri giorni. Il precario stato di conservazione degli affreschi di Giotto, messo in evidenza a seguito del drammatico terremoto dell’Emilia, quando nel maggio del 2013 cadde una parte d’intonaco delle volte del tornacoro, da tempo richiedeva un intervento di restauro. Il progetto già allora presentato e autorizzato dalla Soprintendenza nel novembre 2013, trova oggi attuazione grazie al sostegno del Comune di Padova e della Fondazione. Possiamo così tramandare al futuro le immagini di sante dipinte da Giotto nel sottarco, segno della devozione femminile a cui è legata la storia della basilica fin dalle sue origini”.