UDINE – Aprirà al pubblico il 25 giugno, al Museo Archeologico di Aquileia, la straordinaria mostra dal titolo Leoni e Tori dall’Antica Persia ad Aquileia. La memoria di due grandi città, entrambe distrutte col ferro e col fuoco, Persepoli da Alessandro Magno e Aquileia da Attila, a quasi ottocento anni di distanza, si concretizza in questa grandiosa esposizione, realizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, il National Museum of Iran e l’Iranian Cultural Heritage Handcrafts and Tourism Organization. La mostra è stata presentata il 22 giugno nella sede del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), alla presenza del ministro dei beni culturali Dario Franceschni, dell’ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia Jahanbakhsh Mozaffari, il direttore del Museo Nazionale dell’Iran Jebrael Nokandeh, il presidente della Fondazione Aquileia Antonio Zanardi Landi, il sindaco di Aquileia Gabriele Spanghero e la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani.
In esposizione ci saranno reperti esclusivamente provenienti dai musei iraniani e vestigia dello splendore della civiltà persiana ai tempi delle dinastie achemenida e sasanida. In particolare, sottolinea una nota del Mibact: “il visitatore rimarrà incantato dinanzi al Rhyton, costituito dalla protome di un leone alato accovacciato con il corpo che termina in un calice semiconico, decorato da scanalature concentriche e ornato alla sommità da un fregio di boccioli e fiori di loto. I particolari di questo oggetto (il muso leonino ritratto con fauci aperte a mostrare i denti e la lingua sporgente, gli occhi prominenti segnati alla base da due rigonfiamenti, gli artigli realisticamente resi e muscolatura lineare nonché le grandi ali a terminazione ricurva, decorate con tre registri di piume) lo rendono un capolavoro più che di artigianato dell’arte in generale”.
Il ministro Franceschini presentando la mostra, ha parlato di una “esposizione di grande significato perché costituisce la prima opportunità di apprezzare in Europa reperti provenienti da Persepoli e dal Museo Nazionale di Teheran dopo la firma dell’Accordo sul Nucleare iraniano. Una esposizione molto importante, di grande qualità “che si inserisce nel cosiddetto filone della diplomazia culturale e che rinsalda i rapporti tra Iran e Italia”. “Stiamo assistendo al tentativo, in particolare del terrorismo, di trasformare la cultura in un fattore di divisione, di distruggere i simboli delle diverse identità culturali – ha continuato Franceschini – La cultura è invece una cosa che unisce, che spinge al dialogo e alla conoscenza”.
L’ambasciatore iraniano a Roma, Jahanbakhsh Mozaffari, ha sottolineato l’importanza delle relazioni culturali che ”costituiscono le fondamenta dei rapporti tra Iran e Italia e sono il collante dei rapporti tra i nostri Paesi, specialmente nei momenti di difficoltà. Infatti è stata proprio questa base culturale a permettere di superare queste difficoltà, anche in un passato non troppo lontano”.
Antonio Zanardi Landi, presidente della Fondazione Aquileia ha voluto rimarcare l’importanza di questa esposizione che “intende far capire che la civilizzazione iraniana e persiana è qualcosa di molto importante che ha segnato anche la cultura occidentale”.
Deborah Serracchiani, ha invece sottolineato come la mostra si inserisca nel filone della cosiddetta ”Archeologia Ferita”, iniziato lo scorso anno con l’arrivo ad Aquileia di importanti reperti del Museo del Bardo di Tunisi. Serracchiani ha anche auspicato che la mostra “apra le porte a un dialogo sempre più forte, sempre più costante, con l’Iran”.
La mostra resterà aperta fino al 30 settembre 2016.