BOLOGNA – Il restauro della “Maestà” di Cimabue (1240 ca – 1302) si è concluso e il capolavoro sarà visitabile per tutto il mese di aprile nelle sale espositive della Raccolta Lercaro a Bologna. L’opera di particolare rilevanza rappresenta Maria secondo un’iconografia tipica della metà del Duecento, derivante dalla pittura orientale: la Madre di Dio, vestita con una tunica color porpora celata da un grande manto blu (maphorion) che avvolge tutta la sua figura, è seduta su di un grande trono di legno intagliato e regge tra le braccia il figlio Gesù, in piedi sulla gamba sinistra della madre e rivolto verso di Lei, quasi a ricercarne l’abbraccio. Il restauro è stato effettuato grazie alla Fondazione Carisbo e di Genus Bononiae Srl ed è stato eseguito dal laboratorio di Camillo Tarozzi sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza alle Belle Arti e Paesaggio per le province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara, rappresentata dal dott. Franco Faranda. Si è trattato di un intervento non solo di tipo conservativo ma sicuramente più impegnativo e volto a restituire una migliore e più filologica lettura dell’opera. A fine mese il dipinto sarà ricollocato nella sua sede originaria, la basilica di Santa Maria dei Servi.
La Fondazione Lercaro in accordo con la Soprintendenza, nel corso delle visite offrirà al pubblico la possibilità di “entrare” nel vivo del restauro ripercorrendone le diverse fasi attraverso un itinerario documentato.