VENEZIA – Nel 75esimo anniversario della sua fondazione, l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ha restaurato la sede storica di Palazzo Sandi e del soffitto affrescato da Giambattista Tiepolo con il “Trionfo dell’Eloquenza“.
Il restauro, diretto dall’architetto Federica Restiani, responsabile scientifica dell’Istituto Veneto per i Beni Culturali, si è svolto in due fasi.
La prima dedicata al fregio monocromo di Nicolò Bambini che circonda l’affresco, sul quale sono intervenuti i restauratori Jean Pierre Zocca, Monica Rovea, Annalisa Nardin e Anna Zulian; la seconda al recupero dell’affresco vero e proprio.
Nel corso del tempo l’affresco è stato oggetto di diversi interventi, con tecniche e tecnologie differenti, che hanno contribuito a modificarne l’aspetto e i colori originali. L’attuale restauro ha invece voluto restituire quelle caratteristiche cromatiche e di stile proprie del Tiepolo, riportando a vista anche particolari che erano stati ricoperti e cancellati.
Più problematico è risultato il restauro del fregio, realizzato da Bambin con la tecnica del marouflage, ovvero con la pittura a olio applicata non direttamente sul muro, ma su una tela poi fissata alle pareti. L’opera risultava parecchio danneggiata dalle variazioni microclimatiche del salone, per 250 anni privo di riscaldamento fino alla metà del Novecento quando vennero introdotti i termosifoni.
La storia dell’affresco legata a quella del Palazzo che lo ospita
Nel 1724 il conte Tommaso Sandi, erede di una importante famiglia di avvocati, membri del patriziato veneziano, in occasione delle nozze del figlio Vettor, commissionò proprio a Giambattista Tiepolo, un ciclo decorativo di dipinti con soggetti che dovevano celebrare le virtù della famiglia, per arredare il piano nobile della propria residenza veneziana.
Oltre all’affresco, il salone ospitava anche alcune tele, tre dello stesso Tiepolo e due di Nicolò Bambini, che si ricollegavano all’affresco del soffitto.
“E’ abbastanza ragionevole – afferma Federica Restiani dell’Istituto Veneto per i Beni Culturali – individuare nella conformazione del telaio architettonico della sala e nel programma decorativo un progetto unico ed organico, fortemente legato alle aspirazioni della committenza. Non potendo infatti ostentare una nobiltà di antiche origini, il padre di Vettor decide di celebrare la propria casata attraverso l’esaltazione delle virtù, saggezza ed eloquenza, associate all’esercizio della propria professione, l’avvocatura. I Sandi celebrano quindi ‘la civiltà della parola’, regolata dall’esercizio della virtù, che guida l’intelletto dell’uomo e inonda di luce l’intera sala (Tiepolo), relegando ai margini, brancolante nel buio, un mondo primitivo fatto di mostruosità, vizio e sofferenze (Bambini)”.
“Queste tele – spiega Giovanni Salmistrari, presidente dell’Associazione Costruttori Edili di Venezia – sono oggi conservate nella sala della colazione dell’Hotel Hilton a Roma. Ci auguriamo che si possa un giorno ricreare la scenografia della sala completa. In ogni caso, per rendere l’idea di come si presentava il salone nella sua configurazione originaria, abbiamo elaborato una ricostruzione virtuale e interattiva, molto suggestiva, dell’insieme delle opere che abbellivano la sala“.