PESCARA – Con l’importante mostra “Warhol e Schifano tra pop art e classicismo”, dedicata a due straordinari Maestri dell’arte contemporanea, Andy Warhol e Mario Schifano, riapre al pubblico il 26 aprile 2021 l’Imago Museum di Pescara.
Lo spazio espositivo, inaugurato lo scorso 8 febbraio, nasce dal recupero e dalla rifunzionalizzazione di un gioiello architettonico razionalista dismesso, risalente al 1936, situato proprio nel cuore della città.
“Un progetto culturale internazionale interamente finanziato e realizzato dalla Fondazione Pescarabruzzo, che così aggiunge a favore della comunità locale un ulteriore capolavoro ai suoi ‘gioielli di famiglia’” – precisa il Presidente, prof. Nicola Mattoscio, che in questi anni ha rivolto il suo impegno in numerosi, importanti progetti culturali e socio-economici.
La retrospettiva, costruita attorno a una ricca selezione di opere, propone un originale confronto tra i due artisti, riuscendo a cogliere, in maniera del tutto inedita, nessi e correlazioni, ma anche evidenti divergenze e discrepanze.
Si tratta di una mostra che – come evidenzia il Prof. Mattoscio –“ci riguarda da vicino in quanto corre ai fondamenti della modernità, la acclama, ne rivela utopie e idiosincrasie, riesce ad insinuarsi tra le pieghe del mondo, riassumendone brani e frammenti di vita”. E ancora “ad entrambi i Maestri, di sicuro tra i più originali e significativi interpreti della Pop Art, va riconosciuto l’aver saputo essere incomparabili creatori di un universo visivo ancora così emotivamente collocato nel nostro comune immaginario”.
Warhol con “cinica obiettività” ha abbracciato tutti i territori della cultura popolare, lasciandoci un corpus di lavori nel quale, sperimentando ogni mezzo disponibile, ha contribuito a disgregare i confini tra la cultura definita alta e quella bassa. Nell’esposizione di Pescara, vengono presentate serigrafie, stampe, fotografie, disegni, poster, manifesti e copertine di riviste. Ben 101 lavori (resi disponibili dalla Rosini Gutman Collection) datati dal 1957 fino alla soglia degli anni Ottanta, tra cui l’immancabile Interview Magazine, Cover Liza Minnelli, del marzo 1979.
Schifano è raccontato, invece, attraverso la fitta trama di frammenti prelevati dal flusso televisivo e reinterpretati attraverso una cifra stilistica personalissima. L’esposizione propone 301 foto ritoccate con smalti, che costituiscono il nucleo di una vasta produzione relativa prevalentemente agli anni ‘80 e ispirata da quella che sarebbe poi diventata la sua “Musa Ausiliaria”. Dall’interesse per la tecnologia e dall’attrazione verso un flusso visivo, Schifano sposta successivamente la sua attenzione verso un’intensa ricerca che testimonia il suo impegno civile negli ultimi anni di esistenza, ovvero gli anni ‘90. Il ciclo Matres Matutae rappresenta l’apice di questa indagine. 15 tele, 10 carboncini e 2 opere a tecnica mista, tutte in mostra,raccontano una storia ancestrale, il mito della dea dell’Alba, della maturità, della pienezza della vita e della fecondità. Un tributo dell’artista alla dimensione femminile e, in un certo senso, anche un definitivo ritorno al “classicismo” che egli, di fatto, non ha mai tradito e abbandonato.
Da qui, dunque, anche la scelta dell’insolito accostamento nel titolo della mostra, che prende le mosse proprio da questa “apparente” contrapposizione tra Pop Art e classicimo.
“Tra Warhol e Schifano – Spiega lo storico e critico d’arte Generoso Bruno nel testo dell’omonimo catalogo della mostra – lì dove l’arte Pop prova ad elevarsi a classicità contemporanea, la pittura – il più classico dei mezzi della rappresentazione – disperatamente prova ad aggrapparsi alla vita moltiplicata del tempo presente. Se Warhol è identificabile in un processo statico, per i suoi procedimenti di isolamento, dilatazione e ripetizione seriale dell’immagine, per convesso, Schifano pone dinamicamente il soggetto rappresentato nella condizione di poter forzare i margini dello spazio di rappresentazione e di proseguire la sua proiezione oltre il limes pittorico. Il confronto tra un artista che quasi non dipingerà mai ed un altro che invece proverà, nello spazio della società contemporanea, ad elevare la pittura a medium di massa, non può che procedere, concettualmente, per scarti. È solo nella lettura di questi movimenti contrapposti che, per approssimazione, possiamo avvicinarci ad una verità possibile”.
La mostra resterà aperta la pubblico fino a settembre 2021.
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https://imagomuseum.it/warhol-e-schifano/