NUORO – Un tesoro, costituito da 32 monete d’oro e 14 d’argento, è stato recuperato dai sommozzatori dei carabinieri del nucleo di Cagliari, con i colleghi della Soprintendenza di Sassari e Nuoro, nel golfo di Orosei (Nuoro). Le prime undici monete erano state notate circa un anno fa, durante un’immersione, da un turista tedesco che le aveva segnalate alle forze dell’ordine.
La campagna di rilevazioni si è protratta per tutta l’estate 2019, con monitoraggio delle aree marine protette e dei siti archeologici subacquei del Golfo di Orosei.
L’ipotesi è che il tesoro sia finito in mare in seguito al naufragio di una nave spagnola che lo trasportava, dopo aver urtato contro un gruppo di scogli. Non è possibile, tuttavia, stabilire la zona precisa del naufragio, al momento sono infatti ancora in corso le attività investigative.
Oltre alle monete sono stati recuperati anche tre frammenti ceramici di anfore, un frammento di ceramica decorata con smalti e uno di metallo, tutti di presunta epoca romana, e poi ancora un fodero di spada e alcune suppellettili. Inoltre i sub hanno individuato anche un grande timone appartenente a una nave spagnola del XVII secolo.
Le 14 monete d’argento hanno subito tutta l’azione corrosiva del mare. Per questo sono state affidate al centro di restauro della Soprintendenza, nella frazione di Li Punti, a Sassari.
“E’ uno dei ritrovamenti di reperti nel mare Mediterraneo tra i più importanti di sempre” – ha sottolineato Bruno Billeci, soprintendente di Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro. “Alcune delle 32 monete d’oro” – ha aggiunto Billeci – “sono state coniate nel periodo stesso del naufragio, considerato che è ancora integro il filo del conio, che in genere dopo 4,5 anni si arrotonda. Nel mercato qualcuna di esse vale sino a 200 mila euro”.
“Con l’azione degli archeologi marini” – ha infine annunciato il soprintendente – “vogliamo ora individuare il punto esatto in cui l’imbarcazione ha urtato sullo scoglio e capire anche di che nave si trattava e quale rotta stava percorrendo”
I reperti, ritenuti di eccezionale valore storico-scientifico, sono stati affidati in custodia ai funzionari-archeologi per stabilirne con esattezza l’epoca e studiarne la provenienza e il contesto di rinvenimento. Il sito archeologico sottomarino sarà sottoposto a vincolo dalla Soprintendenza di Sassari.