TARANTO – Negli ultimi anni si è sempre sentito parlare di Taranto per i suoi problemi e soprattutto per quelli legati alla presenza dell’Ilva. Per la prima volta forse quest’anno si può parlare invece di Taranto per altri motivi e cioè per la presenza di visitatori e turisti nei musei in particolare nella giornata di Ferragosto.
Due sono stati i poli culturali di attrazione della città, il Castello Aragonese della Marina Militare e il Museo archeologico nazionale (MarTa). Sono i numeri a parlare chiaro e a rilevare che nei giorni di Ferragosto si è segnato un record di pubblico in entrambe le strutture. Dall’inizio del 2016 e sino a Ferragosto i visitatori del Castello sono stati 71mila, 11mila in più rispetto allo stesso periodo del 2015. Inoltre c’è da sottolineare che grazie alla guida del personale della Marina, il Castello Aragonese di Taranto può essere visitato anche tra le 24 le 3 del mattino.
Anche il MarTa, il Museo archeologico nazionale di Taranto, che ha inaugurato il secondo piano il 29 luglio scorso con un percorso di 28 sale, rappresenta un altro attrattore di rilievo della città. Il Museo infatti racconta oltre 6mila anni di storia di Taranto attraverso una ricca collezione di ori, monili, anfore, vasi, statue, corredi funerari, frammenti di mosaici e altri reperti. Inoltre è uno dei riferimenti più importanti al mondo per capire la storia e la civiltà della Magna Grecia. Al secondo piano si può ammirare anche un unicum, cioè la tomba dell’atleta di Taranto, vincitore di una gara di pentathlon ai giochi panatenaici.
Il giorno di Ferragosto il museo ha registrato un migliaio di visitatori mentre domenica 7 agosto – con ingresso gratuito e dedicato allo sport nell’antichità per via delle Olimpiadi di Rio – i visitatori sono stati invece 3.511. Nel primo semestre 2016 il Museo di Taranto ha registrato un più 60% di visitatori in raffronto allo stesso periodo del 2015.
Ora l’obiettivo è quello di arrivare a raddoppiare i visitatori. Grazie inoltre ai finanziamenti deliberati dal Cipe, spiega la direttrice del MarTa, Eva Degl’Innocenti, sarà possibile finanziare il progetto già impostato “che si chiama MarTa 3.0″ che prevede tra l’altro il ricorso alla digitalizzazione”.