FIRENZE – Torna agli Uffizi, dopo un restauro durato sei anni, l’Adorazione dei Magi di Leonardo da Vinci. La tavola è stata sottoposta ad alcune indagini e interventi conservativi che hanno restituito la leggibilità di alcuni dettagli e hanno consentito il recupero di alcune tonalità cromatiche. I lavori di restauro sono stati eseguiti dall’Opificio delle Pietre Dure, grazie al sostengo economico degli Amici degli Uffizi.
Lo splendido capolavoro, rimasto incompiuto, sarà protagonista di una mostra dal titolo “Il cosmo magico di Leonardo da Vinci: l’Adorazione dei Magi restaurata”, a cura di Eike Schmidt, Marco Ciatti e Cecilia Frosinini, che verrà ospitata nella Galleria delle Statue e delle Pitture dal 28 marzo al 24 settembre 2017, rientrando nel vasto e vario programma previsto per l’anno in corso dagli Uffizi. In questa mostra il dipinto vinciano sarà messo in dialogo con la pala dello stesso soggetto eseguita da Filippino Lippi nel 1496.
L’Adorazione dei Magi fu commissionata a Leonardo nel 1481 dai monaci di San Donato a Scopeto. Leonardo studiò approfonditamente la composizione, lasciando vari disegni preparatori: uno della composizione generale, dove compare anche la capannuccia, conservato nel Cabinet des Dessins del Louvre, uno dello sfondo, al gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi e vari studi riconducibili alla zuffa di cavalli o alla posizione della Madonna e del Bambino.
Il pittore però, nell’estate del 1482, dovendo partire per Milano, lasciò l’opera incompiuta. Quindici anni dopo, certi ormai del fatto che Leonardo non avrebbe mai portato a termine l’opera, i religiosi si rivolsero a Filippino Lippi per ottenere una pala di analogo soggetto, che il pittore terminò nel 1496 e che è oggi presente agli Uffizi.
L’Adorazione di Leonardo, rimasta allo stato di abbozzo in casa Amerigo de’ Benci, il padre di Ginevra de’ Benci della quale Leonardo dipinse un famoso ritratto, fu notata dal Vasari. Nel 1601 entrò nelle raccolte dei Medici mentre nel 1670 approdò alle Gallerie fiorentine. Nel 1681 andò perduta la cornice cinquecentesca con dorature, probabilmente in occasione dello spostamento della tavola alla villa di Castello. Dal 1794 tornò invece definitivamente al museo.