VICENZA – La Trasfigurazione di Cristo, capolavoro di Giovanni Bellini, è l’“Ospite Illustre” al centro della mostra dossier alle Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari, sede museale e culturale della Banca a Vicenza, che si terrà dall’8 ottobre 2016 all’11 dicembre 2016 e che si inserisce nell’Itinerario Belliniano promosso della città veneta.
Il dipinto di Bellini, un olio su tavola databile al 1478-1479, commissionato per essere collocato sull’altare della cappella Fioccardo della Cattedrale di Vicenza, venne rimosso nel 1613 e spostato nella Collezione Farnese a Parma, per poi essere collocato a Napoli prima a Palazzo Reale, e poi nella Collezione Farnesiana di Capodimonte. Successivamente fu invece trasferito a Palermo.
La sua temporanea esposizione a Vicenza, insieme ad atri due capolavori del Bellini, rappresenta quindi un grande ritorno dopo quattro secoli, per iniziativa di Intesa Sanpaolo.
L’opera belliniana rappresenta un Gesù trasfigurato che rivela la sua natura divina alla presenza di tre apostoli. La figura del Cristo è il centro di tutto il discorso compositivo, con una inquadratura frontale, le mani aperte, secondo il gesto degli antichi oranti, classico ed insieme cristiano, autorevole e soave. Ai lati di Cristo, a sinistra troviamo Elia e a destra, Mosè, vestito di ocra rosato e rosso con in mano un cartiglio. La splendida ambientazione riproduce un ampio paesaggio veneto e padano, dove sono riconoscibili alcuni edifici come il campanile della Basilica di Sant’Apollinare in Classe e la Tomba di Teodorico a Ravenna, e dove si vede una campagna solcata da sentieri, sullo fondo di colline e montagne che si perdono lontane all’orizzonte, sovrastate da cieli solcati da nuvole bianche e gonfie nel vento.
Gli altri due capolavori del Bellini, in esposizione a Vicenza, sono invece il Battesimo di Cristo in Santa Corona e il Cristo crocifisso in Palazzo Chiericati. Il primo è una grande pala dipinta a olio su tavola e firmata sulla roccia in basso dall’autore. Datata tra il 1500 e il 1502, è tra le prime nella produzione dell’artista a mostrare un’immersione pacata delle figure nello spazio che le circonda, attraversate dalla luce e dall’aria. Il secondo è invece una tavola preziosa anche per l’eccezionale stato di conservazione e unica per il soggetto rappresentato. Infatti non si è di fronte a una “tipica” Crocifissione. Qui Bellini colloca il Cristo crocifisso in un ambiente atipico, caratterizzato da tre lapidi tombali che sia per la forma che le iscrizioni si dichiarano ebraiche, in un paesaggio extraurbano prossimo a una città che appare allo stesso tempo reale e ideale.
Intorno alle tre opere di Bellini a Vicenza si costruirà dunque un percorso volto ad esaltare la figura di questo grandissimo pittore che con il suo linguaggio espressivo è riuscito ad unificare i tanti dialetti artistici della penisola.