Spartaco. Schiavi e padroni a Roma è la mostra curata da Claudio Parisi Presicce, Orietta Rossini e Lucia Spagnuolo e ospitata dal Museo dell’Ara Pacis dal 31 marzo al 17 settembre 2017. Grazie a un team di archeologi, scenografi, registi e architetti l’esposizione ha l’obiettivo di restituire la complessità del mondo degli schiavi nell’antica Roma a partire dall’ultima grande rivolta guidata da Spartaco tra il 73 e il 71 a.C. Divenuto gladiatore, Spartaco fu protagonista della celebre ribellione della scuola di gladiatori di Capua.
Spartaco riuscì a raccogliere intorno a sé una moltitudine di schiavi, ma anche di poveri e di disperati, che trasformò in un vero esercito, tenendo testa per ben tre anni all’esercito romano. Terrorizzò Roma e il suo establishment, che gli inviò contro le legioni di Crasso, quelle di Pompeo e quelle di Lucullo. Finalmente fu sconfitto e cadde combattendo in armi. Il suo corpo non fu mai trovato, ma 6000 dei suoi compagni di ribellione furono crocefissi sulla via Appia, lungo tutta la strada tra Roma e Capua.
Il percorso espositivo si snoda attraverso 11 sezioni che raccolgono circa 250 reperti archeologici, provenienti da 5 musei della Sovrintendenza Capitolina e da molti musei italiani, affiancati da una selezione di 10 fotografie di Lewis Hine, Philip Jones Griffith, Patrick Zachmann, Gordon Parks, Fulvio Roiter, Francesco Cocco, Peter Magubane, Mark Peterson, Selvaprakash Lakshmanan .
Apre il percorso la sezione Vincitori e vinti, in cui si racconta l’età delle conquiste e la riduzione in schiavitù di decine di migliaia di vinti in ogni campagna militare. Segue Il sangue di Spartaco, ossia la sconfitta a opera delle legioni di Crasso dei circa 70.000 ribelli guidati, appunto, da Spartaco, episodio che segna la fine sanguinosa delle guerre sociali e sancisce l’ineluttabilità dell’economia schiavile.
La terza sezione è dedicata al Mercato degli schiavi, fiorente in tutto il Mediterraneo e presente nella stessa Roma.
La quarta sezione è incentrata sulla condizione degli Schiavi domestici.
Nella quinta sezione, Schiavi nei campi, si tratta dell’agricoltura, contesto sicuramente più svantaggiato, per la fatica quotidiana, la presenza di un sorvegliante plenipotenziario e a volte per l’uso delle catene nei campi.
Nella sesta sezione viene invece esaminato il tema della Schiavitù femminile e sfruttamento sessuale, per le quali la prostituzione era così frequente da renderne necessaria la proibizione per legge.
Esistevano poi i Mestieri da schiavi, trattati nella settima sezione, alcuni dei quali conferivano ulteriore marchio di infamia, come le prostitute, i gladiatori, gli aurighi e gli attori. Accanto a questi, però, altri mestieri – oggi stimati, come quello del medico e del chirurgo – erano esercitati da schiavi, molto spesso greci, di particolare cultura e abilità.
L’ottava sezione è dedicata agli Schiavi bambini, del cui impiego nell’economia domestica padronale restano molte testimonianze archeologiche.
La nona sezione, Schiavi nelle cave e miniere, descrive la condizione di lavoro e di vita cui erano costretti coloro che rifornivano di marmi e metalli preziosi la capitale e gli altri centri dell’impero.
La decima sezione, Una strada verso la libertà, è dedicata alla manumissio, vera e propria occasione offerta dal diritto romano agli schiavi più meritevoli e a quelli che erano riusciti, arricchendosi, a comprare la propria libertà.
L’ultima sezione, Schiavitù e religione, esplora il rapporto della schiavitù con alcuni aspetti del culto ufficiale romano, per poi soffermarsi sugli effetti dell’affermazione del Cristianesimo in età costantiniana.
Le opere sono inserite in un racconto immersivo composto da installazioni audio e video che riportano in vita suoni, voci e ambientazioni del contesto storico. Chiude l’esposizione una serie di contributi forniti dalla Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO, International Labour Organization), Agenzia Specializzata delle Nazioni Unite nei temi del lavoro e della politica sociale, impegnata nell’eliminazione del lavoro forzato e altre forme di schiavitù legate al mondo del lavoro.
{igallery id=8872|cid=547|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0}
{igallery id=580|cid=548|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0}
Vademecum
Spartaco. Schiavi e padroni a Roma
Museo dell’Ara Pacis. Lungotevere in Augusta, Roma
31 marzo – 17 settembre 2017
Tutti i giorni dalle ore 9.30 – 19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Info 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
www.arapacis.it, www.museiincomuneroma.it
Twitter: @museiincomune
Biglietti Biglietto “solo mostra”: intero € 11, ridotto € 9; speciale scuola ad alunno € 4 (ingresso gratuito a un docente accompagnatore ogni 10 alunni); speciale Famiglie € 22 (2 adulti più figli al di sotto dei 18 anni)
Biglietto integrato Museo dell’Ara Pacis + Mostra per non residenti a Roma: intero € 17, ridotto € 13
Biglietto integrato Museo dell’Ara Pacis + Mostra per residenti a Roma: intero € 16, ridotto € 12
Catalogo De Luca Editore