ROMA – È previsto per martedì 22 marzo un raduno contro la riforma del Mibact e la legge Madia. Alle 10,30 all’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte a Roma, archeologi, storici dell’arte, architetti e docenti universitari si incontreranno per parlare delle ”misure calate dall’alto senza alcuna discussione né organicità”. Nel corso della riunione sono annunciate delle proposte di riforma alternative a quelle in atto.
Mercoledì 23 invece alle ore 11, presso la Sala Stampa estera, sempre a Roma, Assotecnici, l’Associazione R. Bianchi Bandinelli e il Comitato per la Bellezza organizzano una conferenza stampa alla quale parteciperanno il direttore dei Musei vaticani, Antonio Paolucci, la storica dell’arte Maria Vittoria Marini Clarelli, Paolo Liverani, docente di Archeologia, l’archeologo ed esponente dell’Associazione Bianchi Bandinelli, Pietro Giovanni Guzzo, l’urbanista Paolo Berdini e il giornalista e scrittore Vittorio Emiliani.
Ma non è tutto. Il 6 e il 7 maggio saranno due giorni cruciali. Infatti al grido di ‘Emergenza cultura: difendiamo l’art. 9′, il mondo della cultura si riunisce a Roma il 6 e il 7 maggio per un convegno e una manifestazione contro le politiche culturali del governo Renzi e del ministro Dario Franceschini. L’iniziativa, organizzata a partire da una proposta dello storico dell’arte Tomaso Montanari, con l’adesione di illustri personalità, da Salvatore Settis all’ex ministro Massimo Bray, è annunciata sul sito www.emergenzacultura.org. Ci sarà un convegno nel pomeriggio del 6 maggio, e una manifestazione al Colosseo, sotto l’Arco di Costantino, la mattina del 7 maggio.
I promotori dell’iniziativa chiedono al governo “che si interrompa il processo di trasformazione dei musei statali in fondazioni di partecipazione aperte agli enti locali e ai privati”, e che “siano sospesi l’accorpamento delle soprintendenze archeologiche, la soppressione della direzione generale per l’archeologia, lo stravolgimento dei depositi e degli archivi delle strutture territoriali di tutela”. Ma anche che “venga ritirata la norma del silenzio-assenso contenuto nella Legge Madia” definita “incostituzionale”.
Le istanze rivolte al governo riguardano anche “la tutela del patrimonio e la direzione degli istituti della cultura”, affinché vengano affidate “agli operatori dei beni culturali”, assunti “attraverso concorsi pubblici trasparenti, che tengano conto dell’offerta formativa presente nelle università del nostro Paese”.
La richiesta riguarda anche l’assunzione di “1.400 lavoratori necessari a compiere l’organico del Ministero per i Beni culturali, e che quindi venga sbloccato il turnover annuale, attraverso concorsi regolari”, e “un piano di investimenti in settori chiave quali ricerca e istruzione, che generano ricadute virtuose sia in termini di competitività internazionale del paese, che in termini di cultura civile e democratica.
“L’iniziativa – si legge sul sito – nasce dalla preoccupazione per le condizioni in cui viene lasciata la cultura nel nostro paese: dai musei alle biblioteche, dagli archivi, ai siti archeologici, agli istituti di restauro, all’insegnamento della storia dell’arte, tutto ciò che non è immediatamente riconducibile a fonte di profitti è in stato di abbandono, quasi che l’unica dimensione degna di interesse per la comunità sia quella biecamente economica”.
Insomma una manifestazione che chiama a raccolta i cittadini italiani e che intende chiedere a Renzi, si legge sempre sul sito emergenzacultura.org, “di sospendere l’attuazione dello Sblocca Italia, della Legge Madia e delle ‘riforme’ Franceschini: perché si apra un vero dibattito, nel Paese e nel Parlamento, sul futuro del territorio italiano, bene comune non rinnovabile”.