Nel centenario della ricollocazione dello storico pulpito del Duomo di Pisa, il pergamo realizzato da Giovanni Pisano nel 1310, sopravvissuto ad un incendio e infine disperso in frammenti riassemblati soltanto nel 1926 per il ricollocamento nel Duomo pisano, la città celebra uno dei suoi artisti più enigmatici e moderni con la mostra “Giovanni Pisano. Memoria di uno scultore”, ospitata dal 13 dicembre 2025 all’8 marzo 2026 nel Palazzo dell’Opera del Duomo. È un appuntamento che non si limita a ripercorrere una vicenda artistica, ma invita a rileggere la costruzione stessa del mito di Giovanni Pisano, rivelando come il suo nome sia passato attraverso oblio, conflitti, entusiasmi letterari e riconoscimenti inattesi, fino alla straordinaria influenza esercitata su figure del Novecento come Henry Moore e Marino Marini.
L’esposizione, curata da Donata Levi e Emanuele Pellegrini con il supporto di un ricco comitato scientifico, si apre con un’immagine che condensa l’intera parabola della memoria dell’artista: il troncone mutilo del monumento a lui dedicato da Salvino Salvini nel 1875. La scultura, realizzata per il Camposanto e poi trasferita nel 1926 nella piazzetta di San Sisto, venne fatta esplodere dai soldati americani nel 1944-45. Oggi appare distesa, ridotta a un torso senza testa, e parla non solo delle devastazioni della guerra, ma della travagliata fortuna critica dello scultore, continuamente scoperto e riscoperto, perduto e ritrovato.

L’eredità di Giovanni Pisano
Il percorso riporta il visitatore nell’Ottocento, quando Pisa, indecisa sul destino dei frammenti del pergamo conservati nel Camposanto grazie all’opera paziente di Carlo Lasinio, lasciava languire quelle sculture mentre studiosi, artisti e viaggiatori stranieri percepivano con largo anticipo la modernità di Giovanni. Jean Auguste Dominique Ingres, John Ruskin e molti altri contribuirono a un processo di rivalutazione che si inseriva nella grande stagione della mitizzazione romantica degli artisti del passato. È significativo che l’École des Beaux-Arts di Parigi, tra il 1836 e il 1841, abbia accolto non Nicola ma Giovanni Pisano tra le figure simboliche del proprio pantheon, come se la sua energia espressiva fosse il tramite perfetto per rappresentare “le arti di tutti i tempi”. Il Novecento confermò questa intuizione: Lorenzo Viani, Marino Marini e Henry Moore continuarono a dialogare con la potenza formale delle sue sculture, e la mostra offre un esempio emblematico di questa continuità accostando un’opera di Marini a una lupa senese scolpita da un seguace di Giovanni.
Pisano, più fortuna all’estero che in Italia
Tra le vicende che più raccontano la fortuna e la sventura dell’artista, quella del pergamo è forse la più emblematica. L’opera, completata nel 1310, venne smontata dopo l’incendio del 1595 e i suoi frammenti furono riutilizzati nei modi più disparati, trasformati in acquasantiere, gradini, ornamenti liturgici. Nell’Ottocento Lasinio li raccolse nel Camposanto, ma mentre in città si discuteva senza approdare a una decisione, altrove si agiva con tempestività. Al South Kensington Museum di Londra furono realizzati calchi in gesso di tutti gli elementi, permettendo di esporre già nel 1865 una copia integrale del pergamo; un secondo modello giunse a Parigi per l’Esposizione Universale del 1867. Così Giovanni Pisano divenne un caso internazionale prima ancora che Pisa ne ricomponesse l’opera nel 1926.

L’eccezionale prestito da Metropolitan di New York
La mostra restituisce anche il capitolo più avventuroso di questa storia: il ritorno, dopo quasi due secoli, dei tre frammenti oggi conservati al Metropolitan Museum of Art di New York, tra cui il gruppo del Tetramorfo e due pilastri con Angeli suonatori di tuba. È un prestito eccezionale, che permette di riunire per la prima volta davanti al pubblico parti del pergamo che la storia aveva separato, creando un’occasione di studio irripetibile. Il percorso si sviluppa come un dialogo continuo tra museo, Cattedrale e depositi dell’Opera della Primaziale Pisana, restituendo non solo la complessità delle vicende del pergamo, ma anche il clima culturale che rese possibile la sua ricomposizione nel 1926. In questo quadro si inseriscono i bronzetti, i cartoni e i gessi di Lodovico Pogliaghi, testimonianza dell’officina creativa che contribuì al rinnovamento del presbiterio voluto dal cardinale Pietro Maffi. Accanto alle opere d’archivio, trova spazio anche lo splendido modellino ottocentesco di Giuseppe Fontana e una nuova riproduzione 3D che permette di distinguere le parti originali dai successivi interventi.
La risonanza internazionale di Giovanni Pisano è confermata dai prestiti provenienti da musei come il Louvre, il Musée d’Orsay e il Victoria and Albert Museum, mentre il manifesto realizzato da Gianluigi Toccafondo, che rielabora una fotografia del monumento di Salvini prima della distruzione, aggiunge un ulteriore tassello al dialogo tra passato e contemporaneità che attraversa tutta la mostra. Andrea Maestrelli, presidente dell’Opera della Primaziale Pisana, spiega: «Il complesso monumentale di Piazza del Duomo a Pisa custodisce un patrimonio che ha segnato la storia della scultura e dell’architettura europea dal XII secolo in avanti; organizzare una mostra come “Giovanni Pisano. Memoria di uno scultore” significa quindi per l’Opera della Primaziale Pisana guardare al patrimonio non solo come custodi, ma anche come promotori di nuova conoscenza da condividere con un pubblico il più ampio possibile». Maestrelli ricorda poi come «il ritorno, ad esempio, a Pisa dei tre elementi del pergamo di Giovanni Pisano, conservati al Metropolitan Museum of Art di New York – e assenti dalla città da circa duecento anni – rappresenta un momento di grande valore scientifico e simbolico», frutto di una collaborazione internazionale. E conclude sottolineando il senso dell’integrazione del biglietto con gli altri monumenti della Piazza: «Non è un dettaglio organizzativo, ma una dichiarazione di intenti: vogliamo che questo evento irripetibile sia un’opportunità per tutti, senza barriere economiche aggiuntive».
INFO
Titolo: Giovanni Pisano. Memoria di uno scultore
Date: 13 dicembre 2025 – 8 marzo 2026
Sede: Palazzo dell’Opera del Duomo, Pisa
Organizzazione: Opera della Primaziale Pisana
Curatela: Donata Levi (Università di Udine), Emanuele Pellegrini (Scuola IMT Lucca)
Comitato scientifico: Michele Amedei, Flavio Fergonzi, Donata Levi, Emanuele Pellegrini, Roberto Paolo Novello, Max Seidel
Orari di apertura MOSTRA 13 dicembre 2025 – 8 marzo 2026
Tutti i giorni 9:00-18:00
Periodo natalizio (22 dicembre 2025 – 6 gennaio 2026) 9:00-19:00
COSTO BIGLIETTO:
Ingresso solo mostra: € 8,00
Ingresso mostra + monumenti e musei di piazza del Duomo (escluso Campanile): € 11,00
Ingresso mostra + monumenti e musei di piazza del Duomo + Campanile: € 27,00








