L’Umbria diventa teatro di un omaggio corale a Mimmo Paladino, figura centrale dell’arte contemporanea italiana e protagonista riconosciuto della scena internazionale. L’ampia mostra antologica che coinvolge Perugia, Spoleto e Gubbio non è soltanto una celebrazione, ma un vero e proprio dialogo tra l’artista e una regione che, con i suoi paesaggi, la sua storia e le sue stratificazioni culturali, risuona profondamente con il suo immaginario.
Sessanta opere ricostruiscono il suo percorso artistico
Il progetto espositivo, articolato in tre sedi museali nazionali – la Galleria Nazionale dell’Umbria, la Rocca Albornoz di Spoleto e il Palazzo Ducale di Gubbio – ricostruisce oltre cinquant’anni di ricerca attraverso più di sessanta opere, tra lavori celebri, capisaldi raramente visibili e creazioni presentate una sola volta. Pittura, scultura, installazione e cinema convivono in un percorso che restituisce la complessità di una poetica fondata sulla libertà espressiva, sull’attraversamento dei linguaggi e sulla costante interrogazione dell’uomo e delle sue forme simboliche.

Curata da Costantino D’Orazio e Aurora Roscini Vitali, con il coinvolgimento diretto di Paladino, l’antologica nasce da un confronto serrato con gli archivi dell’artista e da una costruzione condivisa del racconto critico. Ne emerge un itinerario che combina rigore storico e accostamenti evocativi, evitando una lettura rigidamente cronologica a favore di un’esperienza immersiva e stratificata. Il visitatore è guidato attraverso snodi decisivi della carriera dell’artista, dagli esordi segnati dal confronto con il concettuale fino alle opere più recenti, in cui segni, figure e cromie sembrano condensare l’intero suo universo visivo.
Alla Galleria Nazionale dell’Umbria gli anni Settanta e Ottanta
Alla Galleria Nazionale dell’Umbria il percorso si concentra in particolare sugli anni Settanta e Ottanta, fase cruciale in cui Paladino riafferma la centralità della pittura in un contesto dominato dalla smaterializzazione dell’opera. Le grandi tele, le pitture murali e i lavori materici raccontano un ritorno consapevole al gesto, al colore, alla manualità, spesso accompagnato dall’invasione dello spazio da parte di materiali extra-pittorici. Opere come Silenzioso, mi ritiro a dipingere un quadro assumono il valore di manifesti generazionali, segnando una presa di posizione netta e silenziosa: il dipingere come atto necessario, intimo e resistente. In queste sale si coglie anche la nascita di un alfabeto iconografico che diventerà ricorrente: mani, volti, rami, croci, scarpe, figure sospese tra sogno e arcaicità.

È qui che si afferma pienamente la stagione della Transavanguardia, di cui Paladino è tra i protagonisti principali. Il suo linguaggio si nutre di un nomadismo culturale che attraversa epoche e geografie: il Mediterraneo dialoga con l’Africa, l’antico Egitto con le civiltà preromane, il mondo etrusco con le avanguardie del Novecento. Ne derivano immagini potenti e rituali, spesso di grande formato, in cui la pittura diventa scena, invocazione, presenza. L’oro, la frammentazione della figura e la tensione tra bidimensionalità e scultura anticipano temi che attraverseranno tutta la produzione successiva. La mostra si estende idealmente anche nella collezione permanente della Galleria, dove Paladino interviene sul tema dell’icona sacra e del rapporto con la tradizione storica, confrontandosi con modelli del Trecento e del Quattrocento in una chiave dichiaratamente contemporanea. Ancora una volta, il passato non è citazione nostalgica, ma materia viva da attraversare e trasformare.
La scultura a Spoleto
A Spoleto, negli spazi monumentali della Rocca Albornoz, la scultura diventa protagonista. Le installazioni esposte accentuano la dimensione antropologica ed esistenziale del lavoro di Paladino. I materiali di recupero, i corpi dormienti, le figure silenziose creano ambienti carichi di tensione poetica, in cui il tempo sembra sospeso. Qui la scultura si fa racconto, memoria e suono, come nel celebre gruppo dei Dormienti, accompagnato da una dimensione sonora che amplifica l’esperienza immersiva e restituisce alla materia una qualità quasi musicale.

Gli ultimi due decenni a Palazzo Ducale, a Gubbio
Il percorso si conclude a Gubbio, dove il Palazzo Ducale ospita una selezione di opere degli ultimi due decenni. La carta, supporto fragile e insieme potentissimo, diventa elemento strutturale di installazioni che giocano su piegature, incastri e apparizioni. Numeri, rami, animali e figure umane riaffiorano come segni di una cabala personale, volutamente priva di significati univoci. Le opere più recenti, realizzate nel 2025, testimoniano una sintesi matura: grandi campiture quasi monocrome, strutture architettoniche, “porte” simboliche che sembrano aprirsi su uno spazio interiore e cosmico insieme.
Le installazioni a Perugia
L’antologica non si esaurisce nei musei. A Perugia, Paladino interviene nello spazio urbano con un progetto pensato per dialogare direttamente con la comunità. Concerto in piazza, installato sulla facciata di Palazzo Baldeschi, trasforma un cantiere in un racconto visivo che reinterpreta le tradizioni umbre. Da questa opera nascono anche le luminarie d’artista che illumineranno Corso Vannucci nel periodo natalizio, portando i segni e i colori di Paladino nel cuore pulsante della città.
A completare il progetto, un volume edito da Gli Ori raccoglie saggi critici, contributi internazionali e un’intervista all’artista, offrendo uno strumento di approfondimento che accompagna e prolunga l’esperienza della mostra.

Info
PALADINO. Antologica
Perugia, Galleria Nazionale dell’Umbria (Corso Pietro Vannucci, 19)
Spoleto (PG), Rocca Albornoziana (Piazza Campello, 1)
Gubbio (PG), Palazzo Ducale (Via Cattedrale)
8 novembre 2025 – 18 gennaio 2026
Biglietto unico: al costo di € 15 si potranno visitare tutte e tre le sedi di mostra. Il biglietto potrà essere acquistato in tutte le sedi e avrà validità solo ed esclusivamente durante il periodo di mostra.
Galleria Nazionale dell’Umbria: aperta dal martedì alla domenica dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso 18.30) | per informazioni: gnu.cultura@orologionetwork.it; +39.075.5721009; https://gallerianazionaledellumbria.it
Rocca Albornoz – Museo nazionale del Ducato di Spoleto: chiuso il martedì | aperta il lunedì e dal mercoledì alla domenica dalle 10.00 alle 17.30 (ultimo ingresso 17.00) | per informazioni: +39 0743.224952;
Palazzo Ducale di Gubbio: aperto dal martedì alla domenica dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso 19.00) | per informazioni +39.075.9275872;








