NAPOLI – Lunedì 6 maggio si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del progetto “Canova, un restauro in mostra”, a cui hanno preso parte il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger e i restauratori Augusto Giuffredi, Marilena Anzani e Alfio Rabbolini, oltre alle curatrici Maria Tamajo Contarini e Alessia Zaccaria.
Con questo progetto, fino al 30 settembre 2019, sarà offerta ai visitatori la possibilità di assistere a un “cantiere aperto” del restauro del calco di Letizia Ramolino, opera dello scultore veneto. Il gesso, custodito dal 1957 a Capodimonte, nonostante alcuni danni e interventi precedenti non adeguati, è probabilmente la migliore copia esistente del marmo originale, conservato nella collezione di Chatsworth House, nel Devonshire. L’opera raffigura la madre Bonaparte seduta su una sedia alla greca e fu da lei stessa commissionata allo scultore. Nel novembre del 1808 fu acquisita dalla corte di Gioacchino Murat.
L’intervento di restauro si svolge in occasione della grande mostra dedicata a Canova in corso al Museo archeologico nazionale di Napoli. Il direttore Sylvain Bellenger ha sottolineato dunque il profondo rapporto tra Canova e Napoli, così come la sinergia tra i due musei.
I restauratori, Marilena Anzani e Alfiero Rabbolini della società Aconerre di Milano e Augusto Giuffredi dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, lavoreranno sotto gli occhi dei visitatori che avranno anche la possibilità di interagire e chiedere loro informazioni. Per l’intervento sono state scelte una serie di metodologie innovative basate sull’uso dell’agar agar, un prodotto naturale, derivato dalle alghe rosse. L’intervento di analisi diagnostica e di restauro sul calco si svolge nella sala VI del primo piano. L’iniziativa si inserisce nel ciclo di mostre-focus “L’Opera si racconta”, con cui il Museo e Real Bosco di Capodimonte ha deciso di dar voce a dipinti, sculture e oggetti d’arte presentati al pubblico in relazione con altre opere o documenti in grado di spiegarne il contesto.