VENEZIA – Con questo progetto di arte pubblica, a cura di Joanna De Vos, Jan Fabre partecipa per la decima volta alla kermesse veneziana, dove ha debuttato nel 1984 ai Giardini, come rappresentante del Belgio.
Da lunedì 6 maggio la monumentale scultura di nove metri, realizzata in bronzo silicio e foglia d’oro, dal titolo The Man Who Measures the Clouds (Monument to the Measure of the Immeasurable), si staglia all’interno del Giardino di Palazzo Balbi Valier, visibile dal Canal Grande.
Il titolo della scultura si riferisce alla vicenda dell’ornitologo Robert Stroud, che al momento della sua liberazione da Alcatraz aveva affermato che da quel momento in poi si sarebbe dedicato unicamente a «misurare le nuvole». L’opera contiene anche un invito a riflettere sul ruolo dell’artista nella società. Si presta infatti a essere letta come «metafora dell’artista che cerca di catturare l’impossibile attraverso il suo lavoro», per citare lo stesso Fabre, prendendo ispirazione all’asserzione del filosofo Protagora «L’uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono, e di quelle che non sono per ciò non sono».
La scultura rappresenta un uomo – la cui figura è idealmente modellata sul corpo del fratello più giovane dello scultore, Emiel, morto in tenera età – che si erge sopra una scala con le braccia protese verso il cielo tenendo tra le mani un righello, quasi a voler misurare le nuvole. La statua colpisce non solo per le dimensioni colossali, ma anche per l’equilibrio compositivo, in cui la spinta longitudinale del corpo si incontra con la decisa orizzontalità della stecca che sorregge, realizzando una perfetta riconciliazione temporanea tra tensione orizzontale e verticalità.
L’utilizzo dell’oro nel contesto veneziano riporta alla memoria anche molteplici connessioni con la storia della città e degli uomini che l’hanno abitata e resa nei secoli una potenza commerciale. È infatti a Venezia, nel 1284, che è stata coniata la prima moneta d’oro, che per 600 anni è rimasta il punto di riferimento per tutte le valute europee. Oggi, è a Venezia che sopravvive l’antica lavorazione della foglia d’oro, all’interno dell’unica bottega esistente in Europa, ancora in grado di utilizzare le tecniche originali del XVIII secolo.
Ma chi è dunque questo colossale misuratore dell’ignoto? L’artista lascia l’osservatore con un dubbio irrisolto,invitandolo a ripensare il significato delle proporzioni.
Il progetto è accompagnato da una pubblicazione, con testo di Joanna de Vos, in edizione limitata di 300 copie, di cui 200 numerate e firmate da Jan Fabre e Joanna de Vos, con progetto grafico di Aline Billiet.