DÜSSELDORF – All’insegna del suo motto “tutto è arte, tutto è politica”, va in scena a Dusseldorf una grande mostra dedicata all’artista dissidente cinese Ai Weiwei. Si tratta della personale più completa realizzata in Europa, in cui viene sintetizzata la sua poetica e la sua vocazione artistica alla denuncia.
D’altra parte come è noto Ai Weiwei non si è mai sottratto ad interpretare, spesso in maniera scomoda, i drammi di quest’epoca: le migrazioni, la situazione dei rifugiati, la violazione dei diritti umani. Calzano dunque perfettamente le parole di presentazione della co curatrice della mostra, Susanne Gaensheimer, che definisce Ai Weiwei “un attivista, come artista, e un artista, come attivista”.
La mostra, ospitata ai padiglioni K20/K21 della Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen, riunisce tutti i lavori più significativi e anche imponenti dell’artista. A partire dall’installazione “Straight”, che ri-arrangiata appositamente per Dusseldorf, con le sue 164 tonnellate composte di cavi d’acciaio raccolti dalle macerie di una scuola crollata nel terremoto del 2008 in Cina, intende ricordare il dramma di migliaia di piccole vittime. L’opera è infatti anche accompagnata dai nomi, scritti sui muri, dei bambini morti nella tragedia. Segue “Sunflower Seeds”, l’installazione esposta nel 2010 alla Tate di Londra, che occupa uno spazio di 650 metri quadrati con 100 tonnellate di semi di girasole di porcellana dipinti a mano in Cina con tecniche tradizionali. Un’opera che mette in primo piano il lavoro dell’artigiano in un’epoca dominata dalla produzione di massa.
In esposizione anche “Laundromat”, installazione del 2016 che si compone dei vestiti, lavati stirati, esposti come in una lavanderia, raccolti nel campo profughi di Idomeni in Grecia dopo lo sgombro effettuato dalle autorità.
La rassegna, visitabile fino al prossimo primo settembre 2019, si completa con fotografie, sculture e film.