FIRENZE – Prima del prossimo Natale l’arte della Grande Madre Russia avrà un suo spazio dedicato all’interno di Palazzo Pitti. Sono infatti in allestimento quattro sale che accoglieranno 78 icone sacre raccolte dai Medici e soprattutto dai Lorena, nel corso del Settecento e del secolo successivo. Le sale, con pareti e soffitti affrescati nel ‘600, saranno valorizzate dall’allestimento curato dall’architetto Mauro Linari, che ha ideato un percorso con teche leggerissime e ben armonizzate agli ambienti.
Non è ben noto come le icone siano giunte in Italia, ma si sa che si trovavano a Firenze già nel 1761. E’ forse possibile che fossero un dono di qualche ambasciatore al granduca oppure, tesi più probabile, un omaggio della comunità ortodossa di Livorno a Francesco Stefano di Lorena, che aveva autorizzato la costruzione in città della chiesa di rito ortodosso della Trinità, eretta fra il 1757 e il 1760.
Un tempo ospitate agli Uffizi, le icone finirono depositate prima alla villa medicea di Castello, dove rimasero fino all’inizio dello scorso secolo, per esser poi spostate all’Accademia – dal 1958 al 1968 – quindi a Palazzo Pitti e di nuovo, dal 1984, all’Accademia.
Durante la stagione natalizia del 2014 una mostra, organizzata dagli Amici degli Uffizi, ha permesso di ammirare queste preziose opere, tra cui alcune molto significative, come i due pannelli che compongono il “Menologio”, ovvero il calendario delle festività religiose ortodosse divise per semestri, da settembre a febbraio e da marzo a gennaio. I pannelli sono sempre rimasti agli Uffizi, per la loro evidente importanza, come l’icona con Santa Caterina d’Alessandria, databile al 1693-1694. L’opera è attribuita all’atelier del Palazzo dell’Armeria, la bottega che lavorava alla corte dello zar nel palazzo del Cremlino a Mosca, presenta infatti diverse affinità con lo stile di Kirili Ulanov, uno dei più noti maestri dell’atelier moscovita fra XVII e XVIII secolo.
Tra gli esemplari più antichi della collezione si trovano l’icona raffigurante la Madre di Dio, del tipo detto “In te si rallegra ogni creatura” e quella con la Decollazione del Battista.
“C’è un filo rosso che unisce, attraversando la storia, la Russia all’Italia, ed in particolare Firenze – spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – Ad esempio, sulle rovine della residenza medicea di Pratolino i Demidoff fecero costruire la loro magnifica villa, e una targa su un palazzo proprio in Piazza Pitti, davanti alla Reggia granducale, ci ricorda che qui, nel gennaio del1869, Fedor Dostoevskij completò il suo capolavoro ‘L’idiota’. L’importantissima raccolta di icone degli Uffizi, forte di ben 78 esemplari, è una precoce testimonianza di questo legame, e finalmente, per la prima volta, essa potrà essere ammirata nel suo splendore – e nella sua completezza – dai turisti di tutto il mondo”.